Wi-Fi nelle scuole italiane, il commento di Dell

mercoledì 27 aprile 2011


La scuola deve sfruttare al meglio la tecnologia, non perdere tempo a far funzionare tecnologie diverse tra loro.


Francesco Magri
Francesco Magri, Public Sales Director di Dell Italia, ha rilasciato a Zeus News un commento all'articolo Governo: Wi-Fi in tutte le scuole italiane nel 2012 pubblicato lo scorso 20 aprile.

"La notizia che il Ministero dell'Istruzione e quello dell'Innovazione hanno lanciato il progetto Wi-Fi nelle scuole è certamente positiva, e segnala attenzione verso l'introduzione dinuove tecnologie nella scuola.""L'attenzione è dovuta: le nuove generazioni sono formate da "natividigitali", abituati all'uso dei più svariati dispositivi (smart-phone, notebook e netbook, tablet,...) per accedere alla rete e per collaborare assieme; peccato che nella maggior parte dei casi ora debbano uscire dalla rete proprio nel momento dell'apprendimento, quando entrano in classe."
"Questo investimento, però, non è di per sé sufficiente: infatti, non è adottando tecnologie in isolamento che si può veramente migliorare l'apprendimento dei nostri ragazzi".

Computer, lavagne interattive, copertura WiFi: come potranno le scuole utilizzare queste tecnologie, se non sono state pensate per lavorare insieme e se non esiste un piano di coinvolgimento dei docenti e dei genitori?"
"La tecnologia, addirittura, potrebbe distrarre, invece che abilitare, rispetto all'obiettivo di un migliore apprendimento. Quello che le nostre scuole necessitano sono delle soluzioni, che siano aperte e standardizzate per evitare di legarsi a un particolare fornitore, ma anche flessibili e modulari per adattarsi alle diverse esigenze didattiche."
"Dell ha lavorato ascoltando educatori, genitori e studenti in tutto il mondo per creare la Connected Classroom, un insieme organico di HW, SW, servizi che permette alla scuola di dedicare la propria attenzione non a far funzionare tecnologie diverse tra loro, ma a sfruttarle al meglio per portare l'educazione veramente nel XXI secolo".

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