Il Fermilab scopre una nuova particella elementare

venerdì 8 aprile 2011

L'acceleratore Tevatron svela qualcosa di inaspettato: è forse il bosone di Higgs?


Tevatron Fermilab particella misteriosa bosone Hig
A un passo dalla pensione - sarà spento a settembre per mancanza di fondi - l'acceleratore Tevatron del Fermilab di Chicago ha scoperto qualcosa che i fisici non si aspettavano.
Lo scopo di un acceleratore è far scontrare tra loro le particelle e studiare le informazioni ottenute tramite questi scontri, come sanno ormai tutti dall'accensione del LHC del Cern.
Gli scienziati che sovrintendono agli esperimenti si aspettano determinati effetti; quello ottenuto al Fermilab è stato invece del tutto imprevisto, e potrebbe essere causato da una particella ancora sconosciuta - di cui si sarebbe dunque avuta per la prima volta traccia - o da una nuova forza che si aggiungerebbe alle quattro forze fondamentali (le interazioni gravitazionale, elettromagnetica, forte, debole).

A questo punto è iniziata la gara delle ipotesi, mentre si aspetta che i risultati vengano confermati con altri esperimenti che saranno eseguiti proprio al Cern.
Nonostante qualcuno avesse inizialmente pensato che potesse trattarsi del bosone di Higgs - la particella teorizzata ma ancora mai osservata che conferirebbe massa alle altre particelle - questa possibilità è stata presto scartata.
Giovanni Punzi, dell'Università di Pisa e ricercatore che partecipa allo studio, ha dichiarato che "non si tratta del bosone di Higgs: è l'unica cosa di cui siamo certi" e ha anche spiegato il perché.
Le particelle osservate "decadono in quark normali" mentre il bosone di Higgs dovrebbe decadere in particelle più pesanti. Inoltre "il bosone di Higgs è un tassello che si inserisce in un puzzle che già possediamo. Questo è qualcosa che va al di là, una nuova interazione e forse una nuova forza".
Punzi ha ammesso di essere emozionato per la scoperta ma al tempo stesso cauto, perché prima di un annuncio ufficiale occorrerà una rigorosa verifica. Alcuni scienziati (come Nima Arkani-Hamed, dell'Institute for Advanced Study di Princeton), d'altra parte, ritengono che anche le poche notizie trapelate siano state diffuse con troppa fretta e senza fornire prove convincenti.

0 commenti:

Posta un commento