Microsoft attacca Android; Barnes & Noble reagisce

venerdì 29 aprile 2011


L'editore, citato per violazione di brevetto, accusa Microsoft di voler solo distruggere Android con l'aiuto di Nokia.


Barnes&Noble accuse Microsfot brevetti Android
Tutto è cominciato alla fine dello scorso mese, quando Microsoft ha denunciato l'editoreBarnes & Noble, Inventec e Foxconn, ovvero committente e produttori del lettore di e-book Nook.
Il motivo del contendere era il sistema operativo adottato dal Nook, ossia Android: secondo Microsoftviolerebbe alcuni suoi brevetti e, per questo, l'azienda di Redmond pretende delle royalty per ogni dispositivo.
Si tratta di una causa analoga a quelle che vedono o hanno visto Microsoft contrapporsi ad alcuni produttori di smartphone Android, come Motorola e HTC: la battaglia con Motorola è ancora in corso, mentre quella con HTC si è conclusa grazie a un accordo in base al quale l'azienda taiwanese ha accettato di pagare quanto chiesto.
Nel dettaglio, Microsoft vuole tra i 10 e i 15 dollari per ogni smartphone su cui gira Android e una cifra leggermente più alta per ogni Nook.
Ora Barnes & Noble ha depositato la propria difesa.

L'editore sostiene che Microsoft non ha diritto a pretendere alcunché. Le tecnologie su cui deterrebbe il brevetto sarebbero vecchie e banali e non sarebbero nemmeno state inventate a Redmond: i brevetti non sarebbero dunque validi.
"Microsoft non ha inventato, ricercato, sviluppato o reso disponibile al pubblico dispositivi mobili che utilizzando il sistema operativo Android e altri sistemi operativi open source" si legge nella difesa. Microsoft non vorrebbe altro che "cercare di avere il dominio su qualcosa che non ha inventato".
Il vero obiettivo di quest'attacco - ritiene Barnes & Noble - non sarebbe la difesa di una proprietà intellettuale violata ma affondare Android costringendo tutte le aziende che lo usano a sborsare per ogni dispositivo una cifra più alta di quella che pagherebbero per installare Windows Phone 7.
Così, tra cause legali infinite e royalty, il sistema di Google si rivelerebbe alla fine meno conveniente di quello di Microsoft, e sparirebbe per sempre dal mercato.
In questo scenario giocherebbe poi un ruolo importante Nokia con il proprio portafoglio di brevetti cui Microsoft ha appena avuto accesso in cambio di alcuni miliardi di dollari.
Le due aziende si sarebbero accordate per utilizzare la proprietà intellettuale congiunta "sia in maniera difensiva che in maniera offensiva", secondo dichiarazioni recenti di Stephen Elop, CEO di Nokia ed ex dirigente di Microsoft.
A tutte queste accuse è arrivata una prima risposta da Redmond: "La nostra causa contro Barnes & Noble, Foxconn e Inventec si basa sulle loro azioni e il punto della questione è la violazione, da parte loro, dei nostri diritti di proprietà intellettuale. Allo scopo di proteggere la nostra proprietà intellettuale, stiamo facendo ciò che farebbe qualsiasi altra azienda nella nostra stessa situazione".

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