il 25 aprile visto da coscienti e storici: gente emiliana

venerdì 24 aprile 2015

25 aprile, il sindaco Pd di Predappio: non ho paura dei simboli fascisti

da il Secolo d'Italia del 24 aprile 2015

Brutta cosa non sapere fare i conti con il passato. Ad attaccare la furia iconoclasta di Laura Boldrini, poi “rientrata” a suon di gaffe, questa volta è un esponente del Pd: il sindaco di Predappio,Giorgio Frassineti, che tira le orecchie a lady Montecitorio alla vigilia del settantesimo anniversario del 25 aprile.

La lezione di Predappio

«Scusi, ma in che anno siamo? In genere la furia iconoclasta si scatena subito dopo la caduta di un regime. Ma siamo nel 2015. E se quell’obelisco non l’hanno tirato giù nel ’45, perché farlo adesso? Che fastidio dà?». Il primo cittadino del paese natale di Benito Mussolini, intervistato dal Tempo,  attacca i tic della sinistra che non sa fare i conti con la storia e non vuole rassegnarsi all’evidenza che il fascismo ebbe un grande consenso popolare. «È una verità storica e acclarata» dice il sindaco di Predappio che ogni giorno fa da “cicerone” alle scolaresche in gita nella cittadina romagnola dove nacque il Duce. «Predappio è Mussolini – dice Frassineti – e la sua memoria non può essere lasciata solo ai commercianti di souvenir che tramandano gli anni peggiori del fascismo».

«Non ho paura dei simboli»

Una lezione di civiltà e di buon senso contro gli sbianchettatori del passato perché i simboli della storia non si cancellano. «Sulla mia scrivania c’è un enorme fascio littorio, ma io non lo cancello, anzi – racconta il sindaco romagnolo  – ci ho messo un vetro sopra per proteggerlo. Io dico sempre che dai nemici che si chiamano pregiudizio e oscurantismo bisogna difendersi con gli amici che si chiamano cultura e conoscenza». Alla vigilia del 25 aprile il messaggio che viene da Predappio è chiaro: la storia non si taglia a fettine e la memoria di un popolo non è il frutto di operazioni chirurgiche. «Guardo i simboli del fascismo e non sento il rumore del regime, ma ripercorro una parte della storia d’Italia», dice ancora il primo cittadino di Predappio che non ha mollato il sogno di restaurare la  Casa del Fascio di proprietà dello Stato,  che oggi cade a pezzi,  per farne un Museo del ventennio. «Ho chiesto un appuntamento al ministro della Cultura Franceschini. Non mi ha ancora risposto…»

Testo di Alessandra Danieli

Attenzione: Huawei P8 sfida Samsung e Apple

venerdì 17 aprile 2015
Il nuovo top di gamma è uno smartphone sottilissimo e disponibile anche in versione Max con schermo da 6,8 pollici.

huawei p8 max
È chiaramente diretta contro i prodotti di punta di Samsung e Apple la sfida che Huawei ha lanciato da Londra, dove ha presentato il suo nuovo smartphone top di gamma.
Chiamato semplicemente P8, è il successore del P7 presentato l'anno scorso a Parigi e si presenta in due varianti: una "normale", denominata Huawei P8, e una "extra large", chiamata Huawei P8 Max.
Entrambe condividono i componenti interni a partire dal SoC, l'octa core a 64 bit Kirin 930 con 4 core che lavorano a 1,5 GHz e 4 a 2 GHz; la RAM ammonta a 3 Gbyte mentre la memoria interna può andare da 16 a 64 Gbyte (ma si può espandere via microSD fino a 128 Gbyte).

A differenziare i due modelli è lo schermo: il P8 monta un display da 5,2 pollici con risoluzione di 1920x1080 pixel, mentre il P8 Max ha una display da 6,8 pollici che lo rende più un (piccolo) tablet che uno smartphone.
Huawei è particolarmente orgogliosa della fotocamera, che adotta un sensore RGBW (il primo al mondo ad aggiungere il bianco ai tradizionali rosso, verde e blu) da 13 megapixel con flash dual LED e uno stabilizzatore ottico che, a detta dell'azienda, è superiore a quello dell'iPhone 6.
L'attenzione per la fotocamera è evidenziata anche dalla cura messa nel software, che offre funzioni dedicate espressamente alla fotografie: si va dalle opzioni che permettono di "migliorare" i soggetti ritratti (cancellando automaticamente occhiaie e imperfezioni) fino al director mode che consente di adoperare il P8 per comandare altri 3 smartphone e registrare così una scena da 4 angolazioni contemporaneamente.

p8 Tutto ciò è contenuto in un case interamente d'alluminio che vanta uno spessore di appena 6,4 millimetri (6,8 per la versione Max) e che lascia un grande spazio allo schermo, riducendo la cornice al minimo.
Per quanto riguarda la connettività, il P8 supporta diverse tecnologie atte a migliorare l'esperienza a partire dalle due antenne utilizzate per stabilizzare il segnale grazie alla tecnologia Signal+fino a Wi-Fi+, che permette di agganciarsi sempre alla rete Wi-Fi con il miglior segnale, passando per Roaming+, che promette prestazioni in roaming 3 volte superiori alla media.
Per quanto riguarda il sistema operativo, la scelta è caduta su Android 5.0 Lollipop con interfaccia Emotion UI 3.1.
Huawei P8 è disponibile in 4 colori: grigio, champagna, nero e oro. Le due varianti (normale e Max) saranno in vendita ciascuna in due versioni, denominate Standard e Premium, che si differenziano per la capienza della memoria interna.
In conclusione, quindi, Huawei immette sul mercato quattro versioni dello stesso smartphone: il P8 Standard, con 16 Gbyte di memoria, venduto a 499 euro; il P8 Premium, con 64 Gbyte di memoria, 599 euro; il P8 Max Standard, con 32 Gbyte di memoria, a 549 euro; e infine il P8 Max Premium, con 64 Gbyte, a 649 euro.



L’assicurazione dell’auto sparisce dal parabrezza

mercoledì 8 aprile 2015


Le telecamere leggeranno la targa per scoprire se è stata pagata. Dal 18 ottobre tutti gli “occhi elettronici” dovranno essere omologati

di Lorenza Castagneri - La Stampa 8 aprile 2015

Il Grande Fratello è tra noi che tutti i giorni ci mettiamo al volante per ogni spostamento. Se fino a ieri le telecamere che vigilano sulle strade italiane controllavano la presenza delle autorizzazioni per entrare in una zona a traffico limitato o di non superare i limiti di velocità, da domani potranno fare molto di più: scopriranno, per esempio, se abbiamo pagato l’assicurazione oppure rispettato gli obblighi della revisione. Come? Semplicemente attraverso la targa. Rendendo così inutile, per esempio, l’esibizione del tagliando dell’assicurazione che nei prossimi mesi gradualmente sparirà dai parabrezza delle auto. Lo scopo è chiaro: limitare le frodi, garantendo così la sicurezza collettiva.  

Chi non è in regola  
L’assicurazione per automobili e ciclomotori dovrebbe essere obbligatoria, è vero. Ma, negli ultimi anni, i numeri di chi evita di stipulare una polizza per le ragioni più diverse è schizzato in alto. Secondo Ania, l’associazione nazionale delle imprese assicuratrici, in Italia si contano almeno 3 milioni e mezzo di veicoli non assicurati. In media l’8 per cento, il 13 nelle regioni del Sud, mentre in Europa la quota non supera il 4. L’ex ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi aveva parlato addirittura di 4 milioni di mezzi “fuorilegge”. In ogni caso, troppi. Per questo si è reso necessario un giro di vite. 

Entro il 18 ottobre, tutti gli occhi elettronici disseminati in città e lungo le autostrade dovranno essere omologati per poter comunicare se un veicolo è assicurato o no. Fino a oggi, il compito più impegnativo è toccato alle compagnie di assicurazioni. Avranno tempo fino al 18 aprile per intervenire sui loro database affinché l’aggiornamento delle informazioni in essi contenute avvenga in tempo reale. Insomma, la firma di una nuova polizza dovrà risultare immediatamente negli archivi digitali per evitare di farci incorrere in sanzioni. 

Percorso a tappe  
E’ un lungo percorso a tappe, fissato dal ministero dei Trasporti e dello Sviluppo economico, che prende le mosse da una norma contenuta nel decreto Liberalizzazioni del 2012. L’articolo 31 prevede la progressiva dematerializzazione dei documenti amministrativi. Tra questi c’è il tagliando per la responsabilità civile dei mezzi, che da sempre siamo abituati a esibire sul parabrezza dei veicoli. Dal 18 ottobre diventerà completamente virtuale. A verificare se abbiamo pagato o no ci penseranno i nuovi sistemi di controllo della targa, a regime dallo stesso giorno, che potranno svelare anche se il nostro mezzo è in regola con la revisione e il pagamento del bollo. «Sarà una specie di Big Bang», lo definisce Rossella Sebastiani, del servizio normativa auto di Ania, ente che dal 2010 spinge per il passaggio dal contrassegno cartaceo, facile da falsificare, a uno “elettronico”, il cui pagamento è praticamente impossibile da evadere. 

Per il momento, in molte città, i corpi di polizia municipale sono già dotati di apparecchiature come il Targa system che associa la targa del mezzo con possibili violazioni, tra cui quelle relative all’assicurazione. Ma tra sei mesi non sarà più necessaria la presenza di un agente o di una pattuglia per effettuare questo tipo di verifiche. Basterà affidarsi al velox, alle telecamere delle Ztl, ai tutor. 

Il giro di vite  
Il risultato: gli accertamenti saranno molto più massicci e puntuali. Per chi non è assicurato, sfuggire ai nuovi controlli sarà davvero una questione di fortuna. Le sanzioni? Da da 841 a 3.366 euro, oltre al sequestro del veicolo. 

Manca, però, ancora una modifica al Codice della strada, come spiega Sebastiani: «In base alla normativa attuale, i sistemi di controllo del traffico dove non c’è presenza umana, come appunto gli autovelox, non possono essere impiegati per sanzionare chi non è assicurato, se contemporaneamente non viene commessa un’altra infrazione, per esempio l’eccesso di velocità. E’ necessario mettere mano al testo, se vogliamo che, a ottobre, i nuovi sistemi possano portare ai risultati che ci aspettiamo».