Su Chrome arriva la pubblicità

mercoledì 30 novembre 2011

Un piccolo banner giallo reclamizza i prodotti di Google quando si apre una nuova scheda.

google chrome pubblicita banner
Senza fare troppo rumore, Google ha iniziato a inserire la pubblicità all'interno di Chrome.
Nella parte alta della pagina che si apre quando si richiede una nuova scheda ha iniziato ad apparire un piccolo rettangolo giallo che mostra un inequivocabile messaggio promozionale.

Per ora a essere oggetto della pubblicità sono i prodotti di Google, come i Chromebook, e ancora non è dato sapere se in futuro l'azienda di Mountain View abbia intenzione di vendere questi "spazi pubblicitari" o se preferisca tenerli per sé.
In ogni caso il banner, come appare ora, è tutt'altro che invasivo; chi non lo dovesse gradire può tuttavia scegliere sempre l'alternativa costituita da Chromium, che di Chrome è la versione open source.

Eurodeputato accusa Monti

giovedì 24 novembre 2011

Eurodeputato accusa Monti. Video spopola sul web!
"Avete deciso che anche Berlusconi doveva andarsene così è stato rimosso e sostituito da mister Monti un ex commissario europeo, un architetto di questo euro disastro e un uomo che non era neanche un membro del parlamento". È l'accusa che Nigel Farage, parlamentare europeo inglese appartenente al gruppo degli euroscettici che chiedono l'uscita della Gran Gretagna dall'Ue, ha rivolto alle istituzioni europee.
Farage attacca "l'ingerenza dell'Europa" registrata nel caso Greco, per poi passara a quello italiano.
"Sta diventando un racconto di Agatha Christie – dice il parlamentare – stiamo cercando di capire chi sarà la prossima persona ad essere eliminata. La differenza è che noi sappiamo chi sono i criminali, voi dovreste essere ritenuti responsabili per quello che avete fatto, voi dovreste essere tutti licenziati".
Poi il politico si rivolge direttamente il presidente del consiglio europeo Herman Von Rompuy: "Lei un uomo non eletto, è andato in Italia dicendo 'non è tempo di elezioni ma di azioni'. Cosa in nome di Dio le dà il diritto di dire questo al popolo italiano?".


Ancora una versione Flash per Android 4.0, poi basta. Parola di Adobe

martedì 22 novembre 2011

Adobe conferma di essere al lavoro per una versione Flash adatta ad Android 4.0 (Ice Cream Sandwich): secondo le informazioni dovrebbe arrivare entro la fine del 2011, e sarà l'ultimo aggiornamento del noto player. Dopo Ice Cream Sandwich, quindi, Android sarà completamente libero da Flash.

La conferma arriva attraverso il sito internet Pocket-lint e segue alcune dichiarazioni portate avanti da Adobe nei giorni passati.

"Adobe rilascerà ancora una versione di Flash Player per browser mobile, supportando così Android 4.0, oltre ad una nuova release del Flash Linux Porting Kit. Entrambe dovrebbero arrivare entro la fine dell'anno", ha riportato un portavoce societario.
Il messaggio di Adobe non lascia spazio ad incertezze e conferma come Android 5.0 non avrà il supporto Flash. Verrà comunque garantito il continuo aggiornamento delle versioni Flash presenti, al fine di risolvere i problemi di sicurezza e di stabilità.
Google Android 5.0, nome in codice Jelly Bean, è ancora distante dalla sua presentazione ufficiale. Analizzando però i tempi di aggiornamento che storicamente caratterizzano il sistema operativo di Google, non è azzardato pensare che possa venir presentato ufficialmente nel corso della Google I/O di Aprile 2012 per arrivare, forse, entro la fine del prossimo anno. Sarà allora interessante notare quanto l'assenza di Flash si farà sentire.

porting android ICS 4.0 su Samsung S2

lunedì 21 novembre 2011
Spostare questo file da scaricare nella memoria interna del telefono.
Spegnetelo e riavviatelo in modalità ripristino (Volume su + Home + Spegnimento).
Attendere e ammirate Ice Cream Sandwich

Samsung SUR40
Un enorme tavolo con display da 40 pollici multitouch integrato. Vi fa gola? Se la risposta è affermativa, sappiate che il ‘tavolo del futuro‘, il Surface di Microsoft, sembra finalmente in dirittura d’arrivo. Il ‘tech-tavolo’, chiamato SUR40 e prodotto da Samsung, è infatti pronto per il preordine e le fonti meglio informate lo danno in arrivo già per i primi mesi del prossimo anno.
Samsung SUR40
Per quanto affascinante da vedere, probabilmente, da utilizzare, il SUR40, che prende il nome dall’essere dotato di un display da 40 pollii 1080p, non sarà certo a buon mercato, con un prezzo dilistino di 8.400 dollari (circa 6.200 euro) e sarà disponibile in 23 diversi paesi del mondo, tra cui figurano Stati Uniti, Canada, alcune nazioni asiatiche e la maggior parte di quelle europee.

iphone ufficio business

Il recente studio condotto da iPass (azienda leader nella fornitura di servizi mobile enterprise) ha dimostrato che il numero di utenti che utilizzano un iPhone ha superato nel 2011 quello di utilizzatori di BlackBerry, da sempre leader nel settore business. Lo smartphone di Apple detiene una percentuale di tutto rispetto: 45% (+24% rispetto al 2010) mentre Rim non ha visto una forte diminuzione mantenendosi sul 32%.
Come potete leggere dal grafico visibile dopo il salto chi ha perso molti punti non trovandosi tuttavia in posizioni di spicco è Nokia con il suo Symbian e Windows Mobile che non sono stati in grado di offrire strumenti adatti per la comunicazione e produttività lavorativa. Un dato significativo emerso dallo studio è che ora il 95% dei professionisti possiede uno smartphone (+10% rispetto all’anno scorso) utilizandolo effettivamente per lavorare (91%, +22%) il che spiega come l’iPhone e i telefoni con Android abbiano guadagnato così tanti punti percentuali: l’utenza ora cerca uno strumento “che metta ordine” sia nel lavoro, sia nella vita privata, portando anche ad avere più dispositivi su diverse piattaforme.

Lo studio di iPass è basato sui dati raccolti su un campione di 2300 professionisti di tutto il mondo con età media di 41 anni, di cui il 44% è felice possessore di un tablet (con una crescita dell11% in un solo trimestre) e il 41% non usa il proprio computer portatile per eseguire operazioni comodamente col proprio telefono.
È curioso che più della metà degli intervistati (60%) ha avuto una «reazione emotiva» nel rispondere alla domanda su cosa proverebbero restando senza smartphone per una settimana. Alcuni addirittura si sentirebbero soli. Qui di seguito è riportato il grafico, lo studio completo è disponibile in formato .pdf sul sito di iPass.
studio smartphone ipass

Jonathan Rosenberg, Chief Technology Strategist di Skype, racconta a Wired la seconda fase dell’accordo tra i due colossi: contattare gli amici online su Facebook senza che abbiano Skype. Pronta anche l'integrazione di Skype Out nella chat

Dopo l’integrazione della chat, per contattare gli amici di Facebook direttamente da Skype, ora è possibile anche videochiamare: basta attivare Facebook Connect su Skype, scegliere tra i propri contatti online e premere il pulsante di videochiamata. L'amico vedrà la chiamata in arrivo e potrà rispondere dalla sua chat di Facebook, senza dover passare per il programma. E anche senza averlo installato, il programma. 

L’accordo, appena annunciato, segue di pochi mesi la prima integrazione di Skype con Facebook, che permetteva di videochiamarsi all'interno di una chat di Facebook, tramite l’apposito bottone. Praticamente una videochiamata interna a Facebook, powered by Skype. Il passo successivo, quello di oggi, è la totale integrazione tra i due sistemi, possibile con le nuove versioni di Skype:  5.4 Beta per Mac e  5.7 per Windows Beta. Durante le chat tra 2 persone sarà possibile anche la condivisione dello schermo. 

Tutta questa improvvisa amicizia con Facebook è possibile per via di quell'elemento comune che si chiama Microsoft (azionista di Facebook e  proprietaria di Skype)? Lo chiedo a Jonathan Rosenberg, Chief Technology Strategist di Skype.
"Anche se sembra logico, in realtà non è così. Stiamo lavorando con Facebook da molto tempo, ben prima della nostra acquisizione. Lanciamo oggi la partnership, ma l'accordo era pronto da un po'". 

Come sta andando la prima integrazione, la videochiamata tra utenti Facebook all'interno della chat?
"Non posso dare numeri a proposito". 

La possibilità di videochiamare Facebook da Skype è un modo per riportare l'attenzione sul vostro ruolo?
"La prima motivazione è portare la videochiamata al maggior numeri di utenti possibili, che possono ora videochiamare o essere videochiamati pur non avendo installato Skype. Per noi è molto importante avere l'opportunità di raggiungere un miliardo di persone, in voce e video. C'è poi certamente una maggior attenzione verso il marchio, ma non è quello che ci interessa direttamente". 

Avete in programma anche l'integrazione con Facebook Mobile, per permettere videochiamate in mobilità?
"Posso solo dire che sono previste ulteriori integrazioni". 

Anche con altri social network, come - ad esempio - Google Plus? "Anche in questo caso, non posso anticipare nulla" 

Non avete paura che avere tanti contatti a disposizione possa far crollare l'uso - e gli introiti - di Skype Out? "La partnership per noi è soprattutto un'opportunità, perché porta all'attenzione di un miliardo di persone le possibilità che Skype offre e crediamo che una maggior visibilità possa portare a maggiori revenues. Anche perché il prossimo passo sarà portare Skype Out in Facebook e permettere a chiunque di chiamare e videochiamare da Facebook verso cellulari e numeri fissi". 

Praticamente Facebook diventerà un operatore VoIP. Ai soliti, ridotti prezzi di Skype.

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Google Music sfida iTunes

giovedì 17 novembre 2011

Lo store di Google offre 13 milioni di brani, l'integrazione con Android e Google+ e il backup nel cloud della propria musica.

google music
Dopo sei mesi di beta e la conclusione degli accordi con le major (sebbene manchi ancora Warner Bros), Google Music è diventato una realtà.
Nel settore della vendita di musica online, Google si presenta in ritardo - basti citare iTunes e Amazon MP3 - e, per colmare il divario, punta innanzitutto sull'integrazione con Android e con il social network Google+.
Il servizio si basa innanzitutto sulla vendita di canzoni (circa 13 milioni di tracce in formato MP3 a 320 kbps) con prezzi che variano da 0,69 a 0,99 e 1,29 dollari per il singolo brano sino a 10 dollari per un album completo




Inoltre l'offerta presenta all'utente la possibilità di effettuare il backup online di tutti i brani già in possesso (sino a un massimo di 20.000 canzoni), che poi potrà ascoltare in streaming su vari dispositivi (compresi quelli con Android, dalla versione 2.2, tramite l'apposita app), così come quelli che acquisterà.
Gli acquisti si effettuano tramite Google Ckeckout, ma prossimamente saranno abilitati anche i pagamenti da cellulare, scalando il costo dei brani dal credito telefonico. 





Per gli artisti, poi, è prevista la possibilità di creare pagine personali e di vendere i propri brani in autonomia a fronte di una "quota d'ingresso" di 25 dollari.
Sfortunatamente, gli accordi faticosamente raggiunti con le major valgono soltanto negli Stati Uniti: non è dato sapere quando Google riuscirà a esportare Music anche in Italia, sebbene la traduzione in italiano sia già pronta.

Ideato da Massimo Marchiori, promette "una visione diversa del web".

marchiori volunia motore ricerca innovativo Google
Google può iniziare a tremare: a breve debutterà Volunia, un motore di ricerca che promette di essere totalmente innovativo.
Volunia nasce da un'idea di Massimo Marchiori, informatico italiano cui si deve l'invenzione di HyperSearch, il motore di ricerca che ha introdotto il concetto di PageRank ed è riconosciuto come ispiratore dell'algoritmo di Google.
In che cosa consista esattamente Volunia non è chiaro: Massimo Marchiori ha pubblicato un video in cui afferma che si tratta di qualcosa di differente, una «visione diversa del web», ma senza aggiungere dettagli.


«Non è come un Google migliorato del 10%: vi dà una nuova prospettiva, una prospettiva totalmente diversa da quella che i motori di ricerca normali vi hanno finora dato» spiega l'ideatore.
Sin dal lancio - entro la fine dell'anno, a quanto è dato di capire - il motore sarà disponibile in 12 lingue; fino ad allora l'accesso è limitato a pochi Power User che avranno accesso in anteprima a tutte le funzioni.




Il fondatore Jimmy Wales chiede l'aiuto degli internauti per pagare le spese.

jimbo wales appello donazioni Wikipedia
Tutti usano Wikipedia: è il quinto sito più visitato al mondo, ogni mese raccoglie 450 milioni di utenti unici e totalizza miliardi di pagine viste.
Tanto successo, però, ha un prezzo: l'hardware e la banda che servono all'enciclopedia online vanno pagati, e per questo motivo Jimmy Wales, il fondatore, è tornato a rivolgere un appello a tutti gli internauti.
Wales ricorda di aver sempre rifiutato di far entrare la pubblicità, che pure avrebbe potuto essere molto redditizia.




Questa scelta porta però a dover chiedere, periodicamente, il contributo di quanti usano Wikipedia per poter continuare a finanziare i 679 server (contro i più di 1 milione di Google) e i 95 dipendenti dell'enciclopedia.
«Se ogni persona che legge questo messaggio donasse 5 euro, basterebbe un solo giorno di donazioni l'anno» scrive Wales. «Non tutti hanno la possibilità o la volontà di donare, e questo non è un problema. Ogni anno il numero di persone che compie una donazione si rivela sufficiente».
Per donare basta visitare la pagina dedicata, scegliere l'importo e il circuito: PayPal, carta di credito o Skrill.


Gli operatori telefonici d'oltralpe si accordano per una rete in fibra ottica anche nelle zone meno popolate.



I due maggiori operatori telefonici francesi, Orange e SFR, si sono accordati per lo sviluppo della la rete in fibra ottica anche in quelle aree del Paese meno redditizie rispetto ai grandi centri urbani.



Ci sono 9,8 milioni di abitazioni per cui l'accordo prevede la copertura in fibra ottica: SFR ne realizzerà 2,3 milioni e France Télécom-Orange 7,5 milioni, evitando duplicazioni inutili.
In questo modo verrano coperte quasi il 60% delle abitazioni entro il 2015, con un investimento di 4,9 miliardi di euro



Non è la prima volta che G-Form sperimenta una caduta estrema di un iPad protetto dalla propria resistentissima custodia. Mesi fa era stato dimostrato come fosse possibile attutire una caduta da 150 metri ma riuscirà a resistere se lanciato da 400 metri?
Ce lo dimostrano i due paracadutisti del video muniti di iPad protetti da una Extreme Edge case e una Extreme Portfolio che dopo aver filmato per qualche secondo aprono il proprio paracadute lasciando il tablet in caduta libera. La tecnologia RPT (Reactive Protection Technology) di G-Form è efficace al punto da non scalfire minimamente nessuno dei due iPad, come potete vedere.
Certo, ci sono tre cose da puntualizzare: le due custodie non sono proprio le più gradevoli esteticamente del mondo ma sono efficaci, il terreno su cui sono atterrati gli iPad è più morbido di una distesa di cemento e il display del tablet di Apple è uno specchio perfetto se orientato nella giusta maniera. Dopo il salto potete vedere un altro test: il lancio da un’automobile in corsa a 180 km/h!


Nuovo governo: Italia da tripla A

mercoledì 16 novembre 2011

Presidente consiglio e economia ad interim: Mario Monti. Ministri senza portafoglio: Enzo Moavero Milanesi, Piero Gnudi, Fabrizio Barca, Piero Giarda e Fabrizio Riccardi. Agli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata, agli Interni Anna Maria Cancellieri, alla Giustizia Paola Severino, alla Difesa Gianpaolo di Paola, allo Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera, Mario Catania all'Agricoltura, all'Ambiente Mario Clini, al Lavoro e politiche sociali Elsa Fornero, alla Salute Renato Balduzzi, all'Università e Istruzione Profumo, alla Cultura Lorenzo Ornaghi.


Nelle ultime settimane, i giornali e i notiziari di tutto il pianeta hanno collocato in primo piano la morte di Steve Jobs. Il fondatore di Apple ha rivoluzionato il mondo dell'informatica, modificando radicalmente il rapporto tra tecnologia e quotidianità. Uno dei pochi personaggi che hanno raggiunto simili livelli di notorietà imprimendo una svolta altrettanto profonda nello stesso campo è stato certamente Bill Gates. Le attività del creatore della Microsoft non sono però limitate ai computer e all'impresa, ma si stanno concentrando sempre più in direzione dell'impegno umanitario.
Nel gennaio del 2000 il magnate americano e la moglie Melinda French ed è attiva nella ricerca medica, nella lotta all'Aids e alla malaria, al miglioramento delle condizioni di vita nei Paesi del terzo mondo. La struttura è parte integrante dellaGavi Alliance, un partenariato pubblico-privato che si pone l'obiettivo di tutelare la salute nelle aree disagiate, grazie soprattutto a un'ampia opera di diffusione dei vaccini. Essa riunisce numerosi governi, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l'Unicef, la Banca Mondiale, numerose agenzie di ricerca medica, aziende farmaceutiche e fondazioni filantropiche. Il contributo dell'ente fondato da Gates e dalla moglie è stato decisivo per la nascita della Gavi, poiché ha portato un investimento iniziale di 750 milioni di dollari.
Gavi ha convinto svariati Paesi in via di sviluppo a finanziare consistenti programmi di vaccinazione, in cui ogni somministrazione è pagata circa 20 centesimi di dollaro. Un cifra così bassa è conseguenza di unaccordo stipulato con le società di Big Pharma: in base a esso Gavi garantisce un numero minimo annuale di vaccini acquistati e in cambio ottiene un prezzo di favore. Questo meccanismo ha, inoltre, innescato un circuito virtuoso di concorrenza tra le imprese e il conseguente abbassamento del costo dei farmaci.
Sotto il profilo finanziario, il contributo maggiore proviene da Usa, Regno Unito e Norvegia. Il bilanciodell'iniziativa è stato, sino a questo momento, sensazionale: l'Oms stima che siano state salvate 3,4 milioni di vite dall'epatite b, 1,2 milioni dal morbillo, 560.000 dai batteri dell'Hib, 474.000 dalla pertosse e140.000 dalla febbre gialla. Risultati del genere, però, non soddisfano ancora Bill Gates. Il suo nemico principale è adesso la malaria, malattia trasmessa con le punture di zanzara che ogni anno colpisce 250 milioni di persone e miete 800.000 vittime.
Il creatore di Microsoft, tramite la sua fondazione, ha già investito oltre 200 milioni di dollari per condurre unasperimentazione medica con l'ausilio della Glaxo. Lo scorso 20 ottobre sono stati comunicati i primi risultati: tre dosi di vaccino riducono il rischio di andare incontro ai sintomi clinici della malattia o di contrarla in forma severa rispettivamente del 56 e del 47 per cento nei controlli un anno dopo la vaccinazione. "Un vaccino è il modo più semplice e conveniente per salvare vite umane — ha spiegato Gates — Questi risultati dimostrano la forza di lavorare in partnership per creare uno strumento contro la malaria che abbia il potenziale per proteggere milioni di bambini da questa malattia devastante".
Il magnate dei computer si appresta quindi a compiere una nuova rivoluzione, destinata probabilmente a incidere, ancor più della precedente, sul destino dell'umanità. Durante l'ultima Assemblea annuale dell'Oms Gates ha fissato i prossimi obiettivi: salvare 4 milioni di vite umane entro il 2015 e 10 milioni entro il 2020. Tutto grazie ai vaccini. Si tratterebbe di un'altra svolta epocale.
Simbolo ormai di un'altra epoca, le cabine telefoniche stanno scomparendo, nonostante il rammarico di molti. Cellulari e wi-fi hanno preso il sopravvento, mentre i telefoni pubblici sono state di fatto abbandonate al degrado: quelli attivi sono ancora 130mila (solo un terzo rispetto a dieci anni fa), ma 30mila all'anno saranno smantellati. Del resto, nell'ultimo anno in media da ogni cabina sono state fatte solo tre chiamate, con una riduzione del 90% del traffico dal 2001. Anche il confronto con l'Europa mette in luce l'eccessivo numero di cabine italiane: nel nostro Paese c'è una cabina ogni 450 abitanti, bel resto d'Europa una ogni 1.100.L'Agcom ha così autorizzato la Telecom a rimuoverle(l'autorizzazione è stata pubblicata nella gazzetta ufficiale numero 77 del 2 gennaio 2010), cominciando da Milano per poi procedere in tutte le città italiane. Un'operazione necessaria, visto che sono in gran parte inutilizzate, ma non definitiva.Una cabina del teleofno a Moio de' Calvi, BergamoCome salvarle. Viene lasciata ancora aperta una possibilità per quei telefoni che i cittadini non vogliono veder sparire. A ogni cabina destinata alla rimozione, infatti, viene affisso un cartello per due mesi con scritta la data in cui è prevista la rimozione: dal momento dell'affissione per 30 giorni i cittadini possono inviare una mail per salvarle. Basta scrivere all'indirizzo attivato dall'Authority per le comunicazioni: cabinatelefonica@agcom.it. Nella mail devono essere riportati i dati e i recapiti di chi si oppone alla rimozione, l'ubicazione della postazione telefonica pubblica e una sintetica esposizione dei motivi per cui si chiede di non eliminarla. Ogni mail verrà valutata caso per caso, in base all'effettiva utilità dell'apparecchio e al suo utilizzo. Entro un mese dal ricevimento della mail, l'AgCom farà sapere se la cabina in questione potrà ritenersi salva o dovrà, invece, essere rimossa. Per chi viene preso da un attacco di nostalgia e sogna di chiamare casa dal telefono pubblico, comunque, sul sito della Telecom è possibile vedere quali cabine sono ancora attive.

Le cabine che non si toccano. Restano i telefoni pubblici nei posti strategici e dove il servizio deve essere sempre presente. Non spariscono quindi in caserme, scuole, ospedali, carceri, uffici della Pubblica Amministrazione aperti al pubblico, rifugi di montagna, scuole, stazioni ferroviarie, aeroporti, porti, luoghi di culto, mercati comunali e rionali, centri commerciali, centri ricreativi e sociali, luoghi di lavoro nei quali per motivi di sicurezza è proibito l'uso del telefono cellulare e centri sportivi. Il 75% delle cabine, inoltre, deve essere accessibile agli utenti diversamente abili.

Le iniziative locali. Ci sono anche politici che si sono mossi per salvare le cabine della propria città. È il caso del capogruppo dell'Udc Mario Poli del Consiglio provinciale di Reggio Emilia, che lo scorso 4 giugno ha presentato un ordine del giorno (approvato a maggioranza) perché «la presidente della Provincia e l'assessore competente assumano tutte le iniziative possibili utili a fermare una complessiva opera di smantellamento, in atto da parte di Telecom spa, delle cabine telefoniche pubbliche a Reggio, a partire dal coinvolgimento dei vertici Agcom e dei referenti regionali di Telecom spa». Un'iniziativa che ha registrato il voto contrario della Lega, motivato proprio dal fatto che, nostalgia a parte, anche a Reggio Emilia le cabine sono oramai in disuso.




Una minuscola utility per il seriale di Windows e di Office.

download
Categoria: Utility per il Sistema.
Licenza: Freeware.
In appena 37 Kbyte che non necessitano naturalmente di installazione, ProduKey è una minuscola utility che nella sua semplicità si rivela prima o poi certamente utile.
Fornisce infatti con immediatezza il ProductID e la CD-Key di Microsoft Office (anche nelle versioni 2003, 2007), del sistema Windows (inclusi Vista e Seven) nonché di eventuali Exchange Server e SQL Server. L'articolo continua qui sotto.


Dalla semplice interfaccia del programma è possibile ottenere le informazioni di quanto installato sul proprio Pc oppure, tramite riga di comando, i dati di un altro sistema/computer collegato.
E' un piccolo software di comoda utilità quando per qualche motivo si ha perso il proprio numero seriale e si ha necessità di reinstallare il programma o il sistema operativo, ma mai per rubare o piratare, fate attenzione!


Come i colleghi europei, anche la formazioni italiana che lotta per la libertà della Rete parteciperà alla prossima consultazione.

partito pirata elezioni
Il Partito Pirata italiano fino a oggi era un partito soltanto di nome, non essendosi mai presentato alle elezioni.
Le cose però cambieranno con il prossimo appuntamento elettorale: a Trento, in occasione dell'Internet Governance Forum, il Partito Pirata ha già deciso che si candiderà, sebbene ancora la data della consultazione non sia fissata ma resti apparentemente lontana.
Il tempo che ci separa dalle elezioni diventa così un'occasione per arrivare preparati a quel momento, e realizzare un programma che sarà ovviamente basato su alcuni punti fondamentali già presenti da tempo sul sito, tra cui la libertà della Rete, lotta alla censura, revisione delle leggi su brevetti e copyright, diritto di accesso alla tecnologia e alla cultura


Anche in Italia potremmo avere dunque un Partito Pirata negli organi politici, come già accaduto in qualche Paese europeo: quello tedesco, per esempio, a settembre ha ottenuto consensi alle elezioni regionali di Berlino, e nel 2009 quello svedese è arrivato al Parlamento nazionale.
A leggere il comunicato sul sito ufficiale che annuncia l'intenzione di candidarsi, la competizione non sarà facile poiché già ora nascono cloni non autorizzati della lista che sarà formata.
«Sono nate le liste clone» si legge. «Una, in particolare, usa il nostro nome e i nostri simboli ma certo non i nostri contenuti. È nata su iniziativa di persone e ambienti legati alle major, che di tutto si occupano meno che di difendere il diritto delle persone alla condivisione della musica, dei saperi, della cultura. Si chiamano pirati ma sono gli avversari dei pirati»

BIG IN JAPAN

martedì 15 novembre 2011

I numeri del Governo Berlusconi:14 leggi in un anno

giovedì 10 novembre 2011
Cosa hanno prodotto nel 2011 le Camere? Abbiamo fatto il punto, e da gennaio a ottobre sono state solo 14 le leggi approvate dalle Camere. 


Un Parlamento disoccupato...nell'emergenza, la mega beffa.

Potete giurare di guardare solo dvd o di seguire esclusivamente le partite su Sky, ma se avete un televisore in casa non ci sono dubbi: pagare il canone Rai è obbligatorio. Nessuno è escluso, perché il regio decreto 246 del 1938, poi trasformato nella legge 880 del 1938 non prevede eccezioni: "Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento". Meglio non farsi ingannare dal nome "canone", però, perchè non si tratta di un abbonamento, bensì di una tassa. Anzi, la Corte Costituzionale lo ha definito un'imposta dal momento che il pagamento dovuto infatti non corrisponde necessariamente alla fruizione di un servizio ma dipende dal semplice possesso di un apparecchio. E anche su questo fronte non c'è molta chiarezza: il regio decreto — con particolare lungimiranza — non parla di radio o televisione, bensì di "apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive". Il che, nel 2012, significa computer, videofonini e quant'altro. La questione è stata posta all'Agenzia delle Entrate che a sua volta ha girato il problema al ministero delle Comunicazioni. «Il canone si paga sempre quando si possiede una tv, ma il ministero delle Comunicazioni non ha fatto ancora chiarezza sugli altri apparecchi», spiega Emmanuela Bertucci, avvocato di Aduc.
Ma allora, chi deve pagare? «Chiunque utilizzi un televisore, anche se non lo possiede: se due coinquilini hanno una sola tv entrambi devono pagare il canone — spiega l'avvocato Bertucci -. Invece, il pagamento si estende a più apparecchi di uno stesso proprietario e ai suoi familiari che abbiano la sua stessa residenza. In pratica, se una persona paga il canone, questo bollettino vale anche per la moglie e i figli. Ma se la moglie, per le ragioni più varie, ha un'altra residenza, allora devono pagare due volte». Se sugli apparecchi diversi dalla tv non sono arrivati chiarimenti, il sito della Rai non fa eccezioni in base all'apparecchio utilizzato.
Un problema che si pone anche per le aziende e per i liberi professionisti, che non possono fare a meno del pc, ma che lo usano per lavorare e non per seguire i programmi televisivi.
I controlli. Non appena si cambia residenza o nasce un nuovo nucleo familiare arriva il canone Rai da pagare. Poi arriva un sollecito, poi ancora un altro. Da quando non esiste più l'obbligo da parte dei rivenditori di segnalare chi acquista un apparecchio, l'elenco dei nominativi viene stilato incrociando i dati anagrafici con l'elenco degli abbonati. Dati che vengono girati ai 140 agenti sparsi per l'Italia. «Le comunicazioni vengono mandate a tappeto — spiega l'avvocato Bertucci-, ma se non si ha un apparecchio televisivo non è obbligatorio pagare. Si deve stare attenti al momento dei controlli però: spesso capita che l'agente chieda solo di poter lasciare il bollettino e chiede una firma per registrare la consegna. È bene leggere attentamente, perchè in realtà si sta firmando una dichiarazione di possesso dell'apparecchio. A quel punto la richiesta di pagamento è lecita». Se si cade in questo errore è possibile porre rimedio: «Si deve immediatamente mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno alla Rai spiegando quanto è accaduto e che ogni dichiarazione contenuta in quel documento non è vera». Diverso se a bussare è la Guardia di Finanza: «A quel punto si tratta di unaccertamento sull'evasione: i militari chiedono solo se si possiede un apparecchio, mentre il controllo dentro casa è possibile solo se viene dato il consenso dal proprietario o con un mandato del magistrato». Il controllo delle Fiamme gialle scaturisce l'accertamento dell'evasione cui consegue poi il recupero delle somme maggiorate dalle sanzioni tramite cartella esattoriale. Solo in caso di mancato pagamento (o mancata opposizione) della cartella esattoriale parte una procedura esecutiva, che può portare al pignoramento dei beni, ma non alla confisca.



In Autostrada senza biglietto

Perdere il biglietto del pedaggio autostradale: per molti è uno dei peggiori incubi di quando si è in viaggio e non crediate sia un evento così raro. Basta semplicemente ritirare il biglietto al casello e poggiarlo troppo vicino al finestrino in modo che durante il viaggio o alla prima sosta, il prezioso tagliando possa "prendere il volo".
Come comportarsi allora in quest'infausta eventualità? Fermarsi e cercare il dispettoso pezzo di carta è possibile, ma solo nel caso ci si trovi ancora nel punto dove abbiamo effettuato la sosta, mentre è ovviamente da escludere qualora ci si trovi in piena marcia, troppo pericoloso! Preso atto che il nostro biglietto non è più tra noi, sorge (inevitabile) il ragionevole timore di come effettuare il pagamento una volta giunti al casello d'uscita. Senza contare lo spauracchio del leggendario "casello più distante"; minaccia con la quale sono cresciute intere generazioni di automobilisti: chi entrava a Firenze arrivando a Roma sprovvisto di biglietto, doveva in ogni caso pagare da Milano!

La brutta notizia è che la norma non è cambiata: infatti secondo l'Art.176/16 CdS, per l'utente che "è sprovvisto del titolo di entrata, il pedaggio da corrispondere è calcolato dalla più lontana stazione di entrata per la classe del suo veicolo". A livello pratico, al casello d'uscita, previo intervento dell'operatore, ci verrebbe quindi consegnato uno scontrino di "mancato pagamento" con tutti i dati del veicolo (classe e targa), di transito (data, ora e casello di uscita) e l'importo da versare calcolato secondo quanto previsto dal Codice della Strada.
C'è però un buona, anzi ottima notizia: tutte le autostrade italiane prevedono la possibilità di compilare un'autocertificazione riguardante il casello effettivo di entrata, così che si possa pagare il corrispettivo realmente dovuto, il tutto senza alcuna maggiorazione anche online con carta di credito. Se qualcuno però pensa di poter il furbo per risparmiare sul pedaggio allora è il caso che raffreddi gli entusiasmi: le Società che gestiscono le autostrade possono infatti verificare che quanto dichiarato nell'autocertificazione corrisponda al vero; operazione semplice considerato il gran numero di telecamere presenti in ogni casello. Ovviamente, gli autori di "falsa testimonianza" vanno incontro a conseguenze ben poco piacevoli, anche penali.