Google porta Office tra le nuvole

lunedì 28 febbraio 2011


Cloud Connect aggiunge il cloud computing alla suite di Microsoft permettendo di collaborare sui documenti.

Google Cloud Connect Microsoft Office
Google ha deciso di insinuarsi nei computer degli utenti di Office rilasciando un plugin che aggiunge funzionalità di cloud computing alla suite di Microsoft.
Il plugin in questione - per ora in beta - si chiama Google Cloud Connect for Microsoft Office e il suo scopo è semplice: consentire la condivisione rapida dei documenti creati con Office attraverso l'infrastruttura cloud di Google.

Si integra con Word, Excel e PowerPoint nelle versioni 2003, 2007 e 2010 (al momento solo per Windows) cui aggiunge una nuova barra degli strumenti che permette di condividere online un documento, al quale viene assegnato un indirizzo Internet univoco, con altri utenti in possesso di un Google Account.


Diventa così possibile lavorare insieme a distanza sullo stesso documento; sono inoltre supportate le revisioni e la sincronizzazione dei documenti modificati offline.
Chiunque disponga di un Google Account può scaricare il plugin ma i destinatari principali e più preziosi per Google sono ovviamente le aziende, per le quali l'azienda di Mountain View ha anche creato un programma di addestramento a pagamento della durata di 90 giorni e che permette di imparare a usare Google Apps.






Microsoft, dal canto proprio, ha commentato in maniera gelida la novità per bocca di Clint Patterson, direttore di Microsoft Online Services: "Apprezziamo il fatto che Google riconosca l'incredibile domanda per Office, ma crediamo che gli utenti troveranno Cloud Connect al di sotto delle esigenze".

La pelle da stampare

venerdì 25 febbraio 2011

Per curare le ustioni basterà stampare la pelle nuova sopra le ferite.


Stampare pelle ink-jet Anthony Alata ustioni
"Abbiamo iniziato da una normale cartuccia per stampanti a getto d'inchiostro. Invece dell'inchiostro, però, noi usiamo delle cellule, che mettiamo nella cartuccia": inizia così la spiegazione del sistema che permetterà di "stampare" la pelle, ideato dal dottor Anthony Alata.

Lo scopo è creare una tecnologia che permetta di applicare in maniera rapida, facile e sicura la pelle coltivata in laboratorio alle vittime di ustioni.
Lo stimolo alla ricerca proviene dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, che cerca un modo di curare le ustioni sul campo di battaglia: si tratta di ferite che costituiscono dal 5% al 20% di quelle che si verificano durante i combattimenti.
Dopo aver prelevato un campione di pelle dal paziente e fatto in modo che le cellule così ottenute si replichino in quantità, il risultato è inserito in una cartuccia che, a sua volta, viene messa in una speciale stampante.

Questa "stamperà" la pelle direttamente sul paziente, a una distanza tale da non farle toccare le ferite. La stampante si muoverà al di sopra delle ustioni, ricostruendo la pelle strato dopo strato"È come uno scanner che si muove avanti e indietro e deposita le cellule" spiega il dottor Atala.
Per depositare le cellule senza toccare il corpo viene usato un sistema di ugelli pressurizzati.
Per completare lo sviluppo di questo progetto e preparare un dispositivo utilizzabile sulle vittime di ustioni ci vorranno ancora cinque anni, durante i quali il Dipartimento della Difesa contribuirà con 50 milioni di dollari.

È italiana la mano robotica da 100 dollari

martedì 22 febbraio 2011

Nasce a Pisa SmartHand, una mano artificiale in grado di riprodurre quasi tutte le funzionalità dell'arto naturale.


Pisa SmartHand 100 dollari mano robotica
Ci sono voluti almeno 10 anni di ricerca ma la mano robotica, in grado di sostituire quasi del tutto una mano "naturale" perduta, sembrerebbe che sia (quasi) una realtà.
Sviluppato alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, il progetto SmartHand mira proprio a questo: produrre una mano artificiale che si possa connettere al sistema nervoso e permettere di replicare le funzionalità perse.

Il prototipo creato alla Scuola Superiore - diretta da Maria Chiara Carrozza - pesa circa 350 grammi ed è dotato di quattro piccoli motori elettrici e oltre 40 sensori: questi permetterebbero di "restituire al cervello la sensazione di spinta e la consistenza di un oggetto".

I ricercatori pensano di poter ricreare l'80% delle funzionalità di una mano naturale, ma c'è di più: una SmartHand potrebbe avere un costo molto contenuto, intorno a 100 dollari.
Ciò ne permetterebbe l'impiego in quei Paesi in cui vi sono situazioni di guerra e conflitti, ovvero là dove ce ne sarebbe più bisogno ma dove le risorse sono limitate.

Per la banda larga non serve ritoccare la Costituzione

lunedì 21 febbraio 2011

È veramente utile e necessario riformare la Costituzione per introdurre il diritto all'accesso a Internet?


Banda larga riforma costituzionale

Si moltiplicano in Italia le voci di chi, per garantire a tutti i cittadini un diritto universale di accesso alla Rete, vorrebbe introdurre nell'attuale Costituzione un apposito articolo attraverso un processo di revisione costituzionale.



Come è noto si tratterebbe di un processo complesso: occorrerebbe approvare la modifica nelle due Camere, con un doppio voto, e raggiungere una maggioranza dei due terzi.
Il problema reale, tuttavia, è chiedersi se per garantire l'accesso alla Rete serva addirittura una riforma della Costituzione o se invece si tratti ancora una volta di un tentativo della classe politica di sfuggire alle proprie incapacità e omissioni: viene il sospetto che, non sapendo o non volendo risolvere i problemi attraverso le vie amministrative e legislative ordinarie, si provi a rifugiarsi in miracolose riforme costituzionali.


In realtà la Carta, pur risalendo al 1946, garantisce già largamente l'accesso universale e libero alla Rete, poiché afferma che la Repubblica deve rimuovere tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale che riducano l'eguaglianza sostanziale dei cittadini e la loro partecipazione effettiva alla vita sociale.
Anche l'articolo 41, tanto discusso e che si vorrebbe cambiare, sancisce che l'impresa e l'attività economica - anche quelle che gestiscono le telecomunicazioni e la Rete - debbano essere vincolate all'utilità sociale e possano essere programmate e controllate per rispettare e soddisfare i diritti della persona.


Aggiungiamo poi i diritti di espressione, stampa, associazione, partecipazione alla vita politica, libertà di insegnamento e promozione della cultura che sono garantiti anche contro ogni monopolio pubblico o privato, e il quadro è completo: ci sarebbe solo da rispettare la Costituzione vigente, più che cambiarla.
In realtà ciò che servirebbe oggi per eliminare il digital divide sociale, territoriale e generazionale che affligge l'Italia, più che la riforma della Carta sarebbe un colossale sforzo finanziario e organizzativo che dovrebbe coinvolgere pubblico e privato: entrambi sarebbero impegnati a dotare il Paese di una grande, unica infrastruttura di Rete ad alta velocità, economica ed efficiente, e di un grande Piano di alfabetizzazione informatica.


Questa è concretezza: la ventilata riforma costituzionale, forse, è solo un'ipotesi calderoliana.

l'Unità d'Italia secondo BENIGNI

venerdì 18 febbraio 2011







Fra i tanti kit per la videosorveglianza “amatoriale” in commercio, Swann cerca di distinguersi proponendo questo DVR4-2600, composto da quattro telecamere da esterni, un hard-disk da 500 GB (equivalenti a 30 giorni di registrazione) e un’ottima integrazione con i vari sistemi operativi per smartphone.

Le telecamere hanno risoluzione VGA, e possono “vedere” ad una profondità di 20 metri nel buio, mentre il registratore con hard disk incorporato può essere collegato a un televisore, o può essere messo in rete per trasmettere le immagini in tempo reale a sistemi Android, iOS, Windows Mobile 6 (ma non 7) e Symbian. Ovviamente le telecamere possono funzionare simultaneamente, ed è anche prevista la possibilità di inviare una o più e-mail se le telecamere intercettano un movimento.

Dulcis in fundo il kit contiene 4 adesivi per tenere alla larga i ladri, il tutto al costo di quasi 500 dollari. Una soluzione molto più economica di qualsiasi impianto professionale, intelligentemente integrata con i dispositivi mobili. Qui trovate il sito ufficiale.

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto che disciplina poker e cash game. E' una sorta di liberalizzazione, ma espone i giocatori a qualche rischio in più.


asso kappa
La si aspettava da tempo questa annunciata liberalizzazione di poker e casino on line. Finalmente il Decreto che disciplina poker e cash game, con i soliti ritardi, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Fa parte del cosiddetto Decreto Abruzzo con cui vengono trovati nuovi modi per "far cassa" grazie a tipologie di gioco ancora inedite in Italia. Con la modalità cash infatti l'aliquota prevista è del 20 % delle somme non restituite al giocatore, contro il 3% della modalità torneo. Il payout resta fissato al 90%.

Fino ad oggi il poker in Italia era autorizzato solo nella versione tornei / Sit & Go, ma da ora si apre una nuova modalità, molto più rischiosa per il giocatore, il cosiddetto cash game, a cui molti players giocavano illegalmente connettendosi su siti non autorizzati dall'AAMS.

Nel cash game ci si siede al tavolo virtuale e si gioca direttamente con i soldi del proprio conto. Il limite di puntata massima è di 1.000 euro e si può entrare ed uscire dal tavolo a proprio piacimento.

I rischi e la volatilità del denaro sono di gran lunga maggiori che nella modalità torneo (nel quale, però, il limite massimo di scommessa sale da 100 a 250 euro), tanto che l'AAMS ha optato per alcuni provvedimenti che dovrebbero salvaguardare le tasche del giocatore.
Al momento della registrazione nella poker room il giocatore che si appresta a partecipare ad un torneo di texas holdem o altro, dovrà indicare il limite di spesa massima settimanale o mensile. Lo scopo è quello di frenare coloro che rischiano di farsi prendere troppo la mano dalle puntate pesanti.
Per farsi alzare il tetto di gioco sarà necessario richiederlo esplicitamente alla poker room e ci vorrà una settimana per ottenere l'autorizzazione. Non tutti sono favorevoli a questa nuova forma di gioco: si teme che in parecchi non siano in grado di auto-controllarsi e finiscano per scialacquare più soldi del dovuto.
I concessionari dovranno attenersi a garanzie di "integrità, affidabilità, sicurezza, trasparenza, correttezza e tempestività nel pagamento delle vincite". Le piattaforme che al momento hanno ottenuto l'autorizzazione verranno testate da laboratori internazionali specializzati.
Appena sarà pronta la piattaforma informatica, ci vorranno almeno tre mesi, si prevedono novità anche per i classici giochi da casinò quali roulette, chemin de fer, craps e blackjack online. Anche in questo caso non sarà più necessario partecipare a tornei e sit & go, ma si potrà giocare direttamente contro il banco, come nei casinò veri.

La ricetta segreta della Coca Cola

martedì 15 febbraio 2011
Gli ingredienti della Coca Cola, creata dal farmacista John Pemberton nel 1886, sono sempre stati un mistero. Tuttavia il sito Thisamericanlife.org rivendica di avere scoperto una lista in una fotografia a fianco di un articolo di giornale che fornisce gli ingredienti e le esatte quantità per preparare la bevanda. 

FOTO/VIDEO CORRELATI

Un bicchiere di cola
L'edizione dell'8 febbraio 1979 dell'Atlanta Journal-Constitution presenta una foto di una persona che tiene aperto un libro con una ricetta che sarebbe la riproduzione esatta di quella di Pemberton. La ricetta conterrebbe le quantità esatte di tutti i differenti liquidi necessari per l'ingrediente segreto della Coca Cola, il Merchandise 7X. Pur costituendo solo l'1 per cento della formula totale della bevanda, il Merchandise 7X è considerato infatti la sostanza che fornisce alla Coca Cola il suo sapore unico. La ricetta ufficiale sarebbe sorvegliata 24 ore al giorno in una cripta di Atlanta, in Georgia. 
Ecco la ricetta segreta:
Fluido estratto da 3 dramme di Coca dei farmacisti americani
3 once di acido citrico
1 oncia di caffeina
30 di zucchero (dal testo non è chiaro quale sia la quantità richiesta)
2,5 galloni di acqua
2 pinte e un quarto di succo di lime
1 oncia di vaniglia
1,5 once (o di più) di caramello come colorante aromi 7X (utilizzare 2 once di aromi ogni 5 galloni di sciroppo)
8 once di alcol
20 gocce di olio d'arancia
30 gocce di olio di limone
10 gocce di olio di noce moscata
5 gocce di coriandolo
10 gocce di neroli
10 gocce di cannella.

Live the moment

lunedì 14 febbraio 2011

Torino, pannelli fotovoltaici al mirtillo

domenica 13 febbraio 2011
Una soluzione tutta italiana, basata su coloranti naturali. Manderà in pensione i pannelli al silicio.





Fotovoltaico mirtillo Cyanine
Dopo l'idrogeno dagli spinaci, il fotovoltaico dai mirtilli: è stato presentato a Torino un sistema per produrre pannelli fotovoltaici che fa a meno del silicio.
Sviluppata dalla Cyanine, società che ha sede a Settimo Torinese e che anche da questo comune è sostenuta, questa tecnologia è allo studio da qualche anno ed è ormai sul punto di passare alla fase di produzione a livello industriale.
Invece del silicio si utilizza una pasta di biossido di titanio "con un colorante organico sigillato fra i due vetri conduttori, in modo da non farlo entrare in contatto con l'umidità e l'ossigeno che danneggerebbero il colorante" come spiega Giuseppe Caputo, presidente di Cyanine.
Il colorante può essere derivato dai mirtilli (e allora dà origine a vetri azzurri o verdi) o dalle alghe (e allora i vetri sono gialli) e presenta diversi vantaggi, il primo dei quali è che il pannello così realizzato funziona piuttosto bene anche con la luce diffusa, e non solo con la luce solare diretta.
Se esposto al sole, il pannello al mirtillo presenta un rendimento di 40 Watt per metro quadro, mentre invece in condizioni di luce diffusa il rendimento cala a 25 Watt per metro quadro: si tratta di valori inferiori rispetto a quelli teorici dei pannelli tradizionali, ma questi offrono la possibilità di utilizzare pressoché qualsiasi sorgente di luce per funzionare e la loro produzione è meno costosa.
In teoria, quindi, una casa dotata di finestre realizzate con questi materiali potrebbe produrre parte della propria energia anche di sera utilizzando quella delle lampade accese all'interno, diminuendo un po' la dipendenza dalla rete elettrica.
"Queste celle permettono di sfruttare anche la luce non diretta del Sole." - spiega Giuseppe Caputo, che di Cyanine è direttore scientifico -"Possono lavorare anche nelle zone d'ombra. Inoltre i pannelli in silicio diminuiscono d'efficacia con l'aumentare della temperatura, ed è un controsenso, visto che per funzionare devono essere rivolti verso il Sole. Alle celle non accade".
In più "questa tecnologia usa supporti flessibili. E può essere installata su vetri, tapparelle, tende da sole, senza alcun impatto estetico". I pannelli così realizzati potranno quindi essere installati non solo sugli edifici ma anche sulle auto e portare alla creazione di generatori fotovoltaici "arrotolabili" o integrati in capi di vestiario e tende da campo.
Cyanine prevede di sbarcare sul mercato con la propria soluzioneentro due anni.

Chrome 9 segna il debutto ufficiale di WebGL

domenica 6 febbraio 2011
L'ultima versione stabile integra Google Instant, supporta WebGL e incorpora il Chrome Web Store.

Chrome 9 WebGL Web Store Instant
Chrome 9 è la nuova versione stabile del browser di Google: con questa promozione il supporto a WebGL è ufficialmente disponibile al grande pubblico.
Chrome integra WebGL sin dalla versione 7 ma l'opzione non era attiva di default: con questa versione viene invece fatto il grande passo che permette di mostrare le possibilità offerte dalla grafica 3D accelerata via hardware.
A questo scopo esiste il sito WebGL Experiments in cui è possibile toccare con mano le possibilità offerte da questa tecnologia (Body Browser ne è un esempio); oltre che con Chrome 9 il sito può essere gustato con gli altri browser compatibili con WebGL, ovvero Firefox 4 (ancora in beta) e Safari.
Oltre a WebGL Chrome 9 segna il debutto di Google Instant nella barra del browser: i risultati proposti dal motore di ricerca si aggiornano automaticamente in tempo reale.
Debutta inoltre ufficialmente il Chrome Web Store, un servizio che potrà raggiungere il pieno potenziale solo con il debutto di Chrome OS e che propone tutta una serie di WebApps, applicazioni da sfruttare direttamente dal browser per una molteplicità di scopi, dal gioco al lavoro alla didattica.
Chrome 9, infine, corregge nove bug di sicurezza, di cui uno definitocritico e riguardante la gestione dell'audio.

La Terra innevata

venerdì 4 febbraio 2011
L'immagine diffusa dalla National Oceanic And Atmospheric Association (NOAA) mostra il globo terrestre come non l'avevamo mai visto: l'emisfero nord è letteralmente sepolto dalla neve, dal Circolo Artico fino all'Europa.
Questa foto è stata realizzata con diversi satelliti di agenzie governative americane.
CLICCA SULL'IMMAGINE PER INGRANDRE.

Google e Twitter aggirano la censura egiziana

mercoledì 2 febbraio 2011
Grazie a Speak2tweet è possibile lasciare un post sulla piattaforma di microblogging usando semplicemente un telefono.



Google Twitter censura egiziana speak2tweet
L'Egitto è un po' meno isolato: dopo la sospensione dei servizi di tutti i provider - anche Noor Group ha dovuto cedere - un aiuto arriva da Google e Twitter.
Grazie alla tecnologia di SayNow, acquisita da poco, Google ha messo a disposizione un servizio che permette di postare i propri tweet senza la necessità di un collegamento a Internet, ma utilizzando il telefono.

È infatti sufficiente chiamare uno dei tre numeri internazionali messi a disposizione (            +16504194196                  +390662207294       o            +97316199855      ) e lasciare il proprio messaggio vocale: il servizio speak2tweet farà il resto, creando il tweet sul profilo appositamente creato e assegnandogli l'hashtag #egypt.

Al momento, a causa di alcune difficoltà tecniche, dei tre numeri due non funzionano: nell'attesa che tutto torni alla normalità gli utenti sono invitati a utilizzare solo quello con il prefisso internazionale italiano             (+390662207294)      .