Treni: addio prima e seconda classe

giovedì 31 marzo 2011

La svolta storica nelle Ferrovie arriverà ad autunno, anche se, chi viaggia in treno, si è già accorto da tempo quanto sia cambiato il sistema di tariffazione del treno. Il nuovo sistema non sarà più "classista", almeno apparentemente. "Sui treni Frecciarossa verranno abolite le classi, nel senso di distinzione sociale", ha detto Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, con una promessa: "verrà introdotto un sistema di 4 livelli di servizio e non ci saranno aumenti di prezzo. Quello minimo sarà inferiore a quanto si paga oggi in seconda classe".
Fino agli anni '50, c'erano addirittura 3 classi, corrispondenti ad altrettanti livelli di status sociale. La "terza classe" è entrata come un mito nella cultura e nell'immaginario collettivo: il biglietto per la nave che portava gli emigranti in America era, tipicamente, di terza classe. Per decenni, le tariffe delle Ferrovie dello Stato sono state regolate da un sistema proporzionale: un tot al chilometro per la prima classe, un po' di meno per la seconda. Ora è da tempo che il gestore ferroviario offretariffe differenziate a seconda delle tratte e del tipo di treno, con molte offerte che consentono di risparmiare, per chi può scegliere.
Come riferimento, ci saranno 4 livelli. Un primo livello base senza fronzoli, comprendente il posto a sedere e basta; poi un "premium", che consente di avere anche una bibita e i giornali; poi il "business", con interni più confortevoli e un po' di coccole, come il welcome drink e i giornali; e infine il livello "executive", vero e proprio "ufficio viaggiante" dagli spazi ampi, con possibilità di fare riunioni, di avere hostess di bordo dedicate, poltrone in pelle (non umana, però, come nell'ufficio del capo di Fantozzi) e tavolini, più tutti i "benefit" del business. In tutti e 4 i livelli ci sarà la connessione wi-fi, ma probabilmente sarà gratuita solo nei 2 superiori.
Inoltre, similmente a come avviene oggi per le compagnie aeree, più si acquista il biglietto in anticipo, più è facile trovare tariffe a basso costo. Le tariffe saranno migliori se si sceglie di partire nelle fasce orarie di minor affollamento. Inoltre ci saranno, come oggi, continue offerte speciali da seguire con attenzione e, soprattutto, con largo anticipo.

Una piccola élite di utenti genera quasi la metà dei tweet: la maggior parte degli utenti è inattiva.


Twitter élite 0,05% utenti genera 50% tweet
Nonostante i milioni di utenti registrati, pare che alla fine a twittare siano per lo più sempre gli stessi, nella maggiore parte dei casi persone famose.
È questo, in estrema sintesi, il risultato dell'indagine compiuta dalla Cornell University e da Yahoo! Research prendendo in considerazione il periodo che va dal 29 luglio 2009 all'8 marzo 2010.
Allora Twitter, che oggi è arrivato a oltre 200 milioni di iscritti e ha appena compiuto cinque anni, disponeva di "soli" 40 milioni di utenti, la maggiore parte dei quali silenti o quasi.

A generare quasi il 50% del traffico era infatti appena lo 0,05% degli iscritti (circa 20.000), lasciando l'altra metà a tutti gli altri: gli autori più prolifici sono i blogger, già attivi su altre piattaforme, i quali sono anche quelli che più facilmente si abbandonano alretweet, ossia alla ripubblicazione di tweet altrui.
Gli utenti più seguiti sono naturalmente le celebrità - attualmente in cima alla lista c'è Lady Gaga con oltre 9 milioni di follower - mentre le persone comuni rappresentano solo una minima parte del traffico, pur costituendo com'è ovvio la maggioranza assoluta degli iscritti.
Tutto ciò porta a riconsiderare l'opportunità di definire Twitter un social network in senso stretto: se, per esempio, l'anima di Facebook è costituita dai profili personali e da un'attività diffusa, la presenza su Twitter di un'élite occupata a generare contenuti di cui gli altri utenti sono semplici fruitori o al limite ripetitori dà al microblogging un aspetto molto meno "sociale".

Dal Colosseo a piazza della Signoria, dagli scavi di Ercolano a Villa Adriana, grazie a Google i più bei luoghi d'Italia sono ora a portata di clic.


Street View Mibac Colosseo Google tour virtuale
A quasi due mesi dal debutto online degli Uffizi, la collaborazione tra Google, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC) e il triciclo di Street View sta dando i propri frutti.
Da oggi è infatti possibile visitare alcuni monumenti italiani senza muoversi da casa ma semplicemente recandosi su Google Maps tramite il proprio browser: il Google trike ha infatti potuto percorrere i luoghi non accessibili alle auto, e fotografarli.
All'interno della sezione Patrimonio dell'Umanità della Galleria di Street View, accanto a meraviglie provenienti da tutto il mondo, sono apparsi"i siti archeologici più belli di Roma, vicoli medievali e giardini di ville e residenze storiche" come recita il comunicato ufficiale.

Si può così esplorare il Colosseo o passeggiare nel comprensorio dell'Appia Antica a Roma, visitare il centro storico di Firenze e ammirare i giardini di Venaria Reale di Torino o ancora attraversare gli scavi di Ercolano, tutti luoghi presenti su Street View insieme a molte altre località italiane di rilevante valore culturale.
"Per l'Italia, per il nostro ineguagliabile patrimonio culturale, quella offerta dalla tecnologia di Google rappresenta una vetrina dalle infinite potenzialità"- spiega Mario Resca, direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale - "in grado anche di promuovere e rilanciare il turismo nel nostro Paese, restituendocene la leadership"

Molto più efficiente delle foglie vere, da sola sarebbe in grado di alimentare una casa.


Daniel Nocera MIT foglia artificiale fotosintesi
Daniel Nocera, professore del MIT, sostiene di aver creato quello che egli stesso definisce come "uno dei Santi Graal della scienza": la foglia artificiale.
Si tratta di un dispositivo, grande quanto una carta da gioco, che imita il processo di fotosintesi delle foglie reali ma con un'efficienza 10 volte superiore.
Esposto alla luce solare, è in grado di scindere l'acqua in ossigeno e idrogeno, da utilizzare poi per alimentare una cella a combustibile e produrre così energia elettrica.
Oltre all'efficienza, un altro lato positivo è il costo contenuto: i catalizzatori utilizzati - realizzati in nichel e cobalto - non comportano spese proibitive.

Tutto ciò rende la foglia artificiale"una svolta epocale in particolare come fonte economica di energia elettrica bnelle case rurali dei Paesi in via di sviluppo. Il nostro obiettivo è creare in ogni casa una piccola centra elettrica" spiega Nocera.
Se ogni casa al mondo disponesse di un dispositivo di questo tipo - illustra il professore - si potrebbe coprire il fabbisogno giornaliero attuale, pari a 14 TWatt, impiegando per ogni installazione meno di quattro litri d'acqua al giorno.
Per far sì che l'invenzione dello scienziato americano non resti soltanto sulla carta l'indiana Tata Group si è già accordata per realizzare una piccola centrale elettrica basata proprio sulla foglia artificiale.
La firma di un contratto dovrebbe servire da garanzia per assicurare l'impiego di una tecnologia che sembra la risposta a tutti i problemi energetici; l'impianto commissionato da Tata sarà pronto tra un anno e mezzo.

Economia: Sarkozy vuole Roma fuori dall'euro. Ecco perchè

mercoledì 30 marzo 2011


Quotazioni correlate

CodicePrezzoVariazione
BASI.MC0.00.0
Grafico per GENERALI
EDX.HM0.890.0
Grafico per EDISON
PIO.BE3.1+0.01
Grafico per PIONEER
PLT.MDD2.37+0.07
Grafico per PARMALAT

MILANO (MF-DJ)--Parigi, con la complicita' di Berlino, vuole arrivare allo show down finale: l'Italia fuori dalla serie A dell'euro. Quello che sulla carta potrebbe sembrare solo un elemento da spy story finanziaria si comincia a materializzare sulla scrivania di Giulio Tremonti come una concreta possibilita'.

Le ultime uscite aggressive delle aziende francesi, a caccia dei tesori nascosti nella pancia di Edison (Amburgo: EDX.HM -notizie) , Parmalat (MDD: PLT.MDD - notizie) , FonSai, Pioneer (Berlino: PIO.BE - notizie) e persino Generali (Madrid: BASI.MC -notizie) , nascondono, si legge in un articolo di Milano Finanza, un progetto che va anche al di la' del gia' deprecabile evidente intento di far fuori Roma dalle rotte petrolifere della Libia in fiamme: spolpare il cuore dell'economia italiana, conquistarne magari una bella fetta del risparmio e costringere il Belpaese affannato a fare i conti con la possibilita' di cadere nella serie B del futuro euro, tutto a trazione franco-tedesca. 

Il tutto condito da un dato ancora oggi molto poco noto: una bella fetta del debito pubblico italiano, 1.700 miliardi, e' in pancia alle banche transalpine, dopo essere stato custodito per decenni nei portafogli dei Bot people e negli ultimi anni da istituti italiani e soprattutto stranieri.

Dovremo aspettare quarant'anni prima che l'Europa metta al bando i motori a benzina e diesel.


2050 Europa bandisce auto benzia gasolio città
Nel 2050, nelle città europee non circoleranno più auto a benzina o a gasolio, ma soltanto mezzi ecologici.
È questa la parte più appariscente del sogno che la Commissione Europea ha messo nero su bianco nel Piano Trasporti 2050, unaroadmap stilata per cambiare il modo di spostarsi in tutta Europa.
"Ridurre la mobilità non è un'opzione, né lo è mantenere lo status quo" spiega Siim Kallas, Commissario ai Trasporti. Occorre quindi trovare una terza via, che permetta di alleggerire la dipendenza dal petrolio senza d'altra parte compromettere la mobilità.
Dato, però, che "ci vuole tempo per realizzare le infrastrutture""le scelte di oggi determineranno la struttura del sistema dei trasporti nel 2050".

Entro la metà di questo secolo i trasporti su rotaia e fluviali dovranno essere così sviluppati che chiunque vorrà fare un viaggio superiore ai 300 Km non sceglierà l'auto, e lo stesso avverrà per le merci. In quest'ottica si inserisce lo sviluppo dell'Alta Velocità, la cui rete dovrebbe triplicare entro il 2030.
Un minor numero di auto in circolazione comporterà una minore necessità di petrolio, ma anche gli altri mezzi di trasporto dovranno seguire questa filosofia: a questo scopo gli aerei e le navi nel 2050 dovranno usare carburanti "sostenibili" almeno per il 40%.
È in questo piano generale che s'inserisce la decisione di interdire la circolazione nelle città alle auto a benzina o gasolio, un obiettivo che, per essere raggiunto, richiede investimenti nello sviluppo di motori ecologici per i veicoli personali del 2050.
Tutto ciò porterà inoltre a un calo dell'inquinamento: Bruxelles mira a ridurre le emissioni di gas serra del 60%, scoraggiando l'utilizzo di mezzi inquinanti in base al principio che dice: "chi inquina paga".
Ciò si accompagna all'altro principio - "chi usa paga" - che servirà a racimolare i fondi necessari per realizzare l'ambizioso piano ideato da Kallas.

Secondo Legambiente, quasi tutti hanno almeno un impianto che produce energia pulita.


Legambiente Comuni Rinnovabili 2011
Il 94% degli 8.000 comuni italiani si è attrezzata con almeno un impianto che produce energia (elettrica o termica) da fonti rinnovabili; 20 comuni, poi, sono rinnovabili al 100%.
Sono questi i dati più interessanti che emergono dal rapporto Comuni Rinnovabili 2011, stilato da Legambiente e che riguarda i progressi nell'adozione di impianti "verdi" nella nostra penisola.
A guidare la classifica delle cittadine più virtuose ci sono Morgex, in provincia di Aosta, e Brunico, in provincia di Bolzano. Il primo s'è dotato di un impianto a biomasse con una potenza termica di 9 MWatt, utilizzato per il teleriscaldamento, mentre il secondo ha due impianti (uno a biomasse, l'altro a biogas) da 1,5 MWatt.
Guardando il quadro nazionale, si scopre che vi sono oltre 200.000 impianti "puliti", per l'energia elettrica o il riscaldamento, distribuiti su tutto il territorio: si va da quelli idroelettrici a quelli fotovoltaici, da quelli geotermici a quelli che usano biomasse e biogas.

Il comune in cui si fa maggiormente uso del fotovoltaico è Bellino, in provincia di Rovigo: la media è di 58,4 MWatt prodotto in questo modo ogni 1.000 abitanti; per trovare l'eccellenza nel solare termico occorre rivolgersi invece a Torre San Giulio (in provincia di Cuneo), dove l'installato è pari a 2.140 metri quadrati ogni 1.000 abitanti (ben oltre gli obiettivi dell'Unione Europea, che parlanod i 264 metri quadrati ogni 1.000 abitanti).
Leggendo il rapporto si scopre anche che 221 comuni sono completamente autonomi dal punto di vista energetico, dato che producono più energia di quanta ne consumino.
"Queste esperienze" - spiega Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente - "dimostrano come le fonti rinnovabili sono oggi tecnologie affidabili, su cui è possibile costruire un modello energetico più moderno, efficiente e pulito".
Per questo, Legambiente chiede "un impegno preciso in questa direzione, a cominciare da una modifica al Decreto Romani che ha di fatto frenato e tolto ogni certezza agli investimenti, introducendo un tetto alla crescita delle rinnovabili e una revisione degli incentivi che complica gli interventi".

Gli operatori Aria, Retelit e Linkem, fermati dalla crisi, danno il via alla ristrutturazione per colmare finalmente il digital divide.


WiMax Aria Retelit Linkem proroga due anni
Quando venne proposto, il WiMax sembrava la soluzione ai problemi di digital divide rilevati nelle zone non ancora raggiunte (e che, forse, non sarebbero mai state raggiunte) dall'ADSL.
Oggi, il WiMax sembra una promessa almeno in parte mancata, come testimonia la situazione degli operatori Aria e Retelit, che non sono riusciti a raggiungere gli obiettivi fissati a suo tempo e in base ai quali era state loro assegnate le licenze.
Giacomo Robustelli, di Aria, spiega che il drastico e negativo mutamento della situazione economica che da allora c'è stato ha frenato lo sviluppo: "Il nostro" - chiarisce Robustelli - "era un piano pre-crisi, che abbiamo dovuto correggere".
Come risultato, delle 500 antenne WiMax previste in Emilia Romagna ne sono state installate soltanto sei e l'unico Comune dei 24 che avrebbero dovuto essere coperti, in quanto vittime del digital divide, è Calderara di Reno (in provincia di Bologna).

Per questi motivi l'Authority sta valutando se revocare le licenze a causa del mancato rispetto degli obblighi oppure concedere una proroga di un paio d'anni, durante i quali dovranno finalmente essere raggiunti gli obiettivi.
Ci sono però vari ostacoli sulla strada. Per esempio Retelit è reduce da una ristrutturazione in seguito alla quale proprio il ramo che si occupa del WiMax è stato affittato (con la possibilità di una vendita futura) a Linkem, per consentire al resto dell'azienda di concentrarsi sulla fornitura di servizi su fibra ottica.
Linkem, dal canto proprio, sembra riuscire a far fruttare la situazione: da un lato ha ottenuto il diritto delle frequenze vinte da Telecom (che in origine avrebbe dovuto usare Aria), dall'altro è già all'opera per realizzare una rete, collaborando proprio con Telecom.
Per ora Linkem ha installato circa 500 antenne e può contare su 30.000 abbonati; l'operatore mira a raddoppiare il numero delle antenne entro il 2012, investendo 100 milioni di euro.
Vi è poi tutta la questione circa il riutilizzo delle frequenze televisive, destinate alla tecnologia LTE che, secondo l'Agcom, può affiancarsi al WiMax e, nel caso, sostituirlo quando sarà il momento a costi molto ridotti.

Guerra di Tab: il Nexus Tablet di Google marchiato LG

martedì 29 marzo 2011

L'azienda coreana è al lavoro su un dispositivo basato su Android 3.0 Honeycomb.


LG Nexus Tablet Google Android 3.0 Honeycomb
Sarà LG a produrre il primo tablet con Android che recherà impresso il marchio di Google.
Ancora non v'è nulla di ufficiale ma, stando alle indiscrezioni raccolte e pubblicate da Mobile Review, le due aziende si sarebbero già accordateper creare un nuovo prodotto della serie Nexus.
Il primo era stato il Nexus One, uno smartphone che non ha avuto un grande successo soprattutto a causa del canale di vendita scelto da Google: lo si poteva infatti acquistare soltanto online.

Ora che Samsungsta producendo il Nexus S sembra proprio giunta per Google l'ora dipresentarsi direttamente nel settore dei tablet, dove il suo sistema operativo Android già riceve l'apprezzamento di quanti sperano di mettere in difficoltà l 'iPad di Apple.
La versione adottata da quello che provvisoriamente è noto come Nexus Tablet sarà ovviamente la 3.0 Honeycomb; sulle specifiche hardware permane invece il mistero, anche se qualche indizio può forse provenire dagli altri prodotti di LG.
L'azienda coreana sta infatti per immettere sul mercato l'Optimus Pad (altrimenti noto come G-Slate), un dispositivo sempre basato su Android 3.0 con schermo da 8,9 pollici e risoluzione di 1280x720 pixel.
L'Optimus Pad, basato sul SoC dual core nVidia Tegra 2, ha la particolarità di poter offrire una visione tridimensionale tramite appositi occhialini; pare difficile che LG intenda fare concorrenza a sé stessa offrendo una caratteristica tanto peculiare anche sul tablet che creerà per Google.
Al momento si prevede che il Nexus Tablet possa arrivare sul mercato durante l'estate o, al più tardi, in autunno, finendo così per scontrarsi con il ventilato aggiornamento dell'iPad 2.

Ecco il Nintendo 3DS e dell' iPad 2

domenica 27 marzo 2011

In vendita da oggi la console portatile 3D e il tablet di Apple.


Nintendo 3DS iPad 2 25 marzo vendita Italia
L'attesa è finita: sia i fan di Nintendo che quelli di Apple da oggi potranno acquistare gli ultimi oggetti del desiderio.
Per chi ama i prodotti con la Mela morsicata è arrivata anche in Italia l'ora dell'iPad 2, scoccata negli Stati Uniti già all'inizio del mese.
I prezzi del tablet di Apple partono dai 479 euro richiesti per la versione Wi-Fi only con 16 Gbyte di spazio (579 euro per 32 Gbyte e 679 euro per 64 Gbyte) e arrivano ai 799 euro della versione 3G con 64 Gbyte (passando per i 599 euro della versione 3G da 16 Gbyte e i 699 euro della 3G con 32 Gbyte).
iPad 2 si presenta più sottile del 33% e del 15% più leggero rispetto dell'iPad originale, ma conserva lo stesso schermo LCD retroilluminato a LED da 9,7 pollici; adotta un processore dual core A5 e integra due videocamere, mentre promette la stessa autonomia di 10 ore della versione precedente.

Da Nintendo arriva invece la console 3DS, prima al mondo aintrodurre la tridimensionalità nel mondo delle console portatili per i videogiochi.
La sua particolarità sta nell'adozione della tecnologia denominata barriera di parallasse per fornire la sensazione della profondità senza imporre agli utenti di indossare degli occhialini.
Tale capacità ha però un prezzo: la modalità 3D riduce l'autonomia della console a sole tre-quattro ore (fino a cinque, molto ottimisticamente); disattivandola tramite l'apposito selettore si arriva in ogni caso soltanto a sole otto ore stando ai dati ufficiali comunicati da Nintendo al momento della presentazione.

L'effetto 3D si può abilitare sullo schermo superiore da 3,5 pollici (con risoluzione di 800x400 pixel); quello inferiore, da 3 pollici e con risoluzione di 320x240 pixel, può invece essere utilizzato con lo stilo come da tradizione per le console DS.
Il Nintendo 3DS è in vendita al prezzo ufficiale di 259 euro; i giochi già disponibili (con prezzi a partire da 40 euro circa) comprendono LEGO Star Wars III, PES 2011 3D, Rayman 3D, Super Monkey Ball 3D, om Clancy's Ghost Recon Shadow Wars e Tom Clancy's Splinter Cell 3D.
L'unica avvertenza per chi voglia acquistare l'ultima creazione di Nintendo è dedicata ai bambini: la stessa azienda giapponese sconsiglia l'utilizzo della modalità 3D a chi ha meno di sei anni per evitare l'insorgere di problemi agli occhi.

L'associazione denuncia: i servizi SOS Ricarica di Tim e Vodafone hanno costi elevatissimi in proporzione al credito erogato.


emergenza ricarica furto usura tassi tim vodafone
Altroconsumo denuncia che il servizio di ricarica di emergenza per la telefonia mobile ha un costo fisso altissimo in percentuale (4,5 euro Vodafone e 3 euro TIM) pari a un tasso di addebito sul credito erogato ben oltre le soglie di usura, stabilite dalla legge.
Per questo motivo Acu, Altroconsumo, Codici e Casa del Consumatore hanno inviato una diffida a TIM e Vodafone affinché cessino quest'attività, note con il nome SOS ricarica, che secondo queste associazioni dei consumatori sarebbe lesiva degli interessi degli utenti.
Il costo, pari al 50% del credito erogato, sarebbe dunque illegittimo e secondo queste associazioni di consumatori costituirebbe una violazione della soglia dei tassi che possono essere applicati secondo la legge 108/96 (oltre la quale scatterebbe il reato di usura).
Inoltre violerebbero il decreto Bersani (40/2007) che eliminava i costi di ricarica nella telefonia mobile.
Le associazioni di consumatori, applicando il Codice del Consumo, hanno chiesto ai due operatori l'interruzione immediata del servizio e il rimborso a tutti gli utenti delle somme addebitate finora con SOS ricarica.

Tribunale di Roma condanna Yahoo! per i link pirata

venerdì 25 marzo 2011

Il motore di ricerca è colpevole di violazione del copyright: fornisce link a siti di streaming illegale. "E adesso tocca a YouTube e Google".


Yahoo! Italia condannata tribunale Roma copyright
È già stata definita"storica" la sentenza emessa dal Tribunale di Roma contro Yahoo! Italia e in effetti, sebbene sia limitata al singolo caso e non possa automaticamente imporre obblighi ad altri soggetti, ribalta il punto di vista sin qui accettato.
Yahoo è stata condannata perché tramite il proprio motore di ricerca ha messo a disposizione dei link che portavano a siti dove era possibile vedere in streaming o scaricare, illegalmente, il film iraniano About Elly.
LA PFA, che distribuisce il film in Italia, ha prima inviato una lettera di diffida a Yahoo e poi, non avendo ricevuto risposta, si è rivolta al giudice.

Alle rimostranze di PFA si è poi aggiunta Open Gate, rilevando che tra i primi risultati offerti da Yahoo mancava il sito ufficiale, mentre abbondavano quelli pirata.
La Nona Sezione del Tribunale di Roma ha riconosciuto il fatto che per un motore di ricerca è impossibile sorvegliare preventivamente il materiale indicizzato automaticamente dai propri software.
Tuttavia può agire a posteriore, eliminando i contenuti all'origine delle lamentele, cosa che il motore non ha fatto.
Yahoo è risultata dunque colpevole perché non si è attivata dopo la segnalazione, rendendosi così"responsabile di un concorso nella contraffazione dei diritti di proprietà intellettuale" e di "lesione del diritto patrimoniale di autore".
Al di là del singolo caso sarà interessante ora vedere cosa succederà agli altri soggetti della Rete e in particolare a YouTube: l'interpretazione della legge data dal tribunale romano potrebbe essere una spinta per avviare nuove cause verso un portale che in Italia certamente non riscuote le simpatie di chi detiene i diritti sui contenuti multimediali.
Infatti Tullio Camiglieri di Open Gate ha prontamente affermato: "Dopo questo primo importante successo, che apre la strada a tutti i detentori di diritti, i prossimi obiettivi saranno Google e YouTube".

Schermo e-ink touch da 13 pollici, pennino e un'autonomia di 180 ore: il blocco da disegno diventa digitale. E ha un prezzo interessante.


NoteSlate tablet disegno e-ink 13 pollici touch
NoteSlate, il tablet da 99 dollari esiste davvero: non è ancora sul mercato, e non è propriamente un tablet, ma almeno sembra uscito dalla fase di puro concept.
Lo schermo e-ink da 13 pollici potrà mostrare un solo colore, oltre a quello dello sfondo: la versione a 4 colori è stata abbandonata.
Non si tratta di un tablet in senso stretto: è più un blocco per appunti o disegni digitale. Si scrive o si disegna con la penna e si salva su scheda SD.
Opzionalmente è possibile avere un modulo Wi-Fi; vi sono poi una porta miniUSB e un software per leggere gli MP3, mentre la batteria promette di garantire un'autonomia di 180 ore e può essere ricaricata anche con la luce del sole (tramite un apparecchio apposito).
NoteSlate dovrebbe concretizzarsi finalmente nel mese di giugno, si spera al prezzo promesso; gli aggiornamenti dello sviluppo saranno pubblicati sul sito ufficiale.

Cancellare i dati da una chiavetta USB? Impossibile

giovedì 24 marzo 2011

Secondo uno studio non c'è alcuna sicurezza di poter eliminare i dati definitivamente con i metodi usuali.


Michael Wei cancellare memorie flash USB impossibi
Secondo uno studio condotto dal professor Michael Wei dell'Università della California San Diego, molti dei supporti di memorizzazione SSD e memorie flash in generale non potrebbero essere cancellati in maniera definitiva.
Lle comuni chiavette USB così come le schede di memoria utilizzate in smartphone e macchine fotografiche non perderebbero completamente i dati nemmeno dopo numerose riscritture del supporto anche se, va detto, le tracce residue necessiterebbero di appositi strumenti elettronici per essere "lette".
I ricercatori sono arrivati a queste conclusioni dopo aver esaminato svariate tipologie di supporti, su cui sono stati salvati dei dati successivamente cancellati mediante l'utilizzo di vari software di wiping, che sfruttano differenti algoritmi.
In particolare, gli strumenti sviluppati per eliminare in modo sicuro i dati dagli hard disk sarebbero inadeguati a operare sulle memorie Flash; inoltre, sebbene esistano efficaci comandi bult-in nelle memorie Flash stesse, questi sono spesso implementati in maniera errata dai produttori, vanificandone così l'efficacia.
I risultati della ricerca e le considerazioni dettagliate sono pubblicati (in inglese) sotto forma di file PDF.

Allunga la vita delle batterie di cellulari & Co.

mercoledì 23 marzo 2011

batterie al litio

All’interno di ogni gadget hi-tech si nasconde una bomba ad orologeria: la batteria . In due anni, al massimo tre, lentamente smetterà di funzionare. Di chi è la colpa? Sicuramente del produttore, ma spesso anche nostra perché la strapazziamo. Ecco qualche consiglio per allungarle la vita.
Carica e scarica - Le batterie ricaricabili agli ioni di litio sono l’attuale standard dei gadget hi-tech che hanno sostituito da qualche anno quelle al nichel (NiCd o NiMH). Le batteria al Li-Ion sono costituite da un elettrodo positivo (catodo), realizzato in litio, collegato a elettrodo negativo (anodo) in carbonio. La ricarica avviene respingendo gli ioni (atomi elettricamente carichi) dal catodo di litio verso l'anodo di carbonio, e il loro successivo rilascio genera la corrente necessaria all’alimentazione dei dispositivi. La carica e la “scarica” sono entrambe reazioni chimiche.
Vantaggi e svantaggi del li-ion - Una batteria agli ioni di litio, rispetto alla precedente generazione al nichel-cadmio, offre degli indubbi vantaggi come ingombro e peso ridotti a fronte di una maggiore capacità in corrente e un’autoscarica assolutamente trascurabile (circa 1% al mese) in caso di non utilizzo. La batteria al litio, inoltre, non soffre del cosiddetto “effetto memoria”, come quella al nichel, ossia non perde drasticamente in capacità di ricarica quando viene ripetutamente ricaricata solo parzialmente (senza aspettare il totale scaricamento). Il rovescio della medaglia è che il litio è un metallo pericoloso e infiammabile, quindi le batterie sono soggette a esplosioni se esposte alle alte temperature o in caso di cortocircuiti. Inoltre, dettaglio poco pubblicizzato, la durata delle batterie agli ioni di litio ha una data di scadenza: in pratica invecchia nel momento in cui viene prodotta. Evita quindi di comprarne una di scorta e, se davvero ti serve, controlla sempre la data di "nascita". Non lasciarti allettare insomma da “vecchie” batterie magari vendute sottocosto… c’è un motivo per cui vogliono sbarazzarsene.
Allungale la vita - Alla luce dei pro e contro delle batterie agli ioni di litio, e ben consci che il loro destino è segnato nel momento in cui lasciano la fabbrica, possiamo comunque fare qualcosa per mantenerle efficienti il più a lungo possibile. Se è consigliabile effettuare la prima ricarica completamente per ottenere il massimo della capacità, in seguito meglio evitare di “stressarla”: non soffre dell’effetto memoria come quelle al Nichel quindi ricaricala di frequente e parzialmente. Esegui comunque un ciclo di scarica completo, ogni 30 cicli di carica/scarica. Una batteria al litio resta in salute se viene utilizzata spesso: tienila quindi in allenamento. Se prevedi di non usarla per un po’, scollegala dal dispositivo e conservala in un luogo fresco: ricorda che si ossida meno quando è caricata circa al 40%... non lasciarla mai completamente scarica a prendere polvere.
Mamma che caldo - Il principale nemico di una batterie agli ioni di litio, infine, è il calore. Non solo la fa invecchiare più velocemente, ma rischi che ti esploda in faccia (è raro ma è successo). Non lasciarla quindi, insieme al notebook o al cellulare, sotto il sole diretto o in auto a cuocere, e quando hai finito di ricaricarla, stacca subito il caricabatterie. Se usi il portatile collegato alla corrente, potresti toglierla e rimetterla al suo posto quando hai finito. Ogni tanto, poi, ricordati di pulire i contatti con un batuffolo di cotone e alcool per massimizzare l'efficienza del trasferimento di energia.

Nokia Morph (concept)

martedì 22 marzo 2011




Nokia Morph è un concept mostrato in occasione della mostra "Design and The Elastic Mind" al Museum of Modern Art (MOMA) di New York. Questo prototipo è stato realizzato da Nokia Research Center in collaborazione con il Cambridge Nanoscience Centre. Lo scopo è di presentare tutti i possibili utilizzi delle nanotecnologie che Nokia ha intenzione di inserire nei suoi telefoni entro sette anni. Il prototipo presenta un componente principale che è una lastra di un materiale trasparente, dotato di nanotecnologie che gli consentono di essere deformabile e di memorizzare la forma assunta. A questo si aggiunge un altro componente che contiene le parti meccaniche del telefono ed è slegato dal blocco principale: fotocamera, antenna, microfono, altoparlante ecc.

Caratteristiche

  • Deformabile: come già accennato la parte principale del telefono è una lastra realizzata con fibre che utilizzano lo stesso principio delle ragnatele, conferendo solidità e robustezza ma anche elasticità. Il telefono può così assumere la forma classica di telefono candybar, essere completamente aperto, come un foglio, per avere,ad esempio, una tastiera QWERTY molto ampia oppure un bracciale.
  • Energia solare: grazie alla superficie rivestita di "nanoerba" il telefono è in grado di catturare l'energia solare durante il giorno, non necessitando quindi di una batteria.
  • Autopulente: la superficie presenta anche una nanostruttura chiamata "Nanoflowers" (Nanofiori) che imita le capacità idrorepellenti di alcuni sistemi osservabili in natura, rendendo così il telefono in grado di far scivolare via lo sporco e le impronte, così come l'acqua.
  • Analisi dell'aria: le nanotecnologie consentono anche al telefono di analizzare le tracce chimiche presenti nell'aria, sia per analizzarne le componenti e l'inquinamento, ma anche come nuova forma di interazione, permettendo ad esempio, di riconoscere una pietanza o qualunque altra cosa dall'odore che essa emette.
  • Interfaccia aptica: il telefono è in grado di mostrare un'interfaccia in rilievo, variabile a seconda del contesto, in modo che i tasti, le barre ecc, siano realmente tridimensionali.
Nokia Morph è il primo concept di dispositivo mobile realizzato grazie alla nanotecnologia, che permette di controllare le proprietà fisiche delle nanostrutture e dei dispositivi, con la precisione di una singola molecola (è possibile avere 10.000 transistor in una zona grande quanto un pelo di insetto), e di essere invisibile all’occhio umano. Morph è caratterizzato da una duttilità, flessibilità e resistenza innovative che lo rendono pronto a cambiare forma e apparenza in qualsiasi momento, può essere avviluppato o piegato e funziona sempre allo stesso modo. In più non necessita di pulizia, sembrerà sempre appena comprato, sempre grazie alle nanotecnologie. “Speriamo che questa combinazione tra arte e scienza mostrerà il potenziale delle nanotecnologie a un vasto pubblico. La ricerca che stiamo portando avanti è fondamentale per lo sviluppo di questo ramo e noi stiamo trovando sempre più modi sicuri e controllati per sviluppare questi materiali nuovi” dice Dr. Tapani Ryhanen, della NRC Cambridge UK laboratory Nokia.

Il social network si prepara a conquistare chi ancora non possiede uno smartphone.


Facebook acquisisce Snaptu 70 milioni Java cellula
Con un modesto esborso di 70 milioni di dollari, Facebook si è assicurata la proprietà di Snaptu, startup israeliana attiva nel mondo dei cellulari.
La cifra non è ufficiale, l'acquisizione sì.

Snaptu l'ha confermata sul proprio blog ufficiale, affermando che sarà conclusa entro poche settimane.

L'azienda israeliana è specializzata nel permettere ai cellulari di fare quel che generalmente è appannaggio degli smartphone:sviluppando in Java crea applicazioni destinata ai telefonini "normali" (i cosiddetti feature phone) che consentono ai loro propietari di accedere a certi servizi - come Facebook stesso - tramite un'applicazione e senza nemmeno la necessità, in base a determinati accordi con gli operatori, di sottoscrivere un piano dati.

Tale tecnologia, che pare funzionare su oltre 2.500 dispositivi, servirà al social network per conquistare i Paesi emergenti, un mercato potenzialmente enorme ma in cui la diffusione degli smartphone (o dei PC) è decisamente limitata, mentre quella dei cellulari è comunque grande.