eBay dà il benservito a PayPal

giovedì 8 febbraio 2018
Fino a oggi, il binomio eBay-PayPal appariva saldissimo nonostante quasi tre anni fa le aziende abbiano deciso di prendere strade diverse e trasformarsi in società distinte.
ebay paypalQualcosa è cambiato: eBay ha annunciato che ben presto il sistema di pagamento principale non sarà più PayPal, ma una soluzione integrata sviluppata a partire dai servizi di Adyen.
Adyen è un'azienda olandese autrice di una piattaforma per i pagamenti già adottata da clienti importanti come Netflix e Uber.
Per eBay, ufficialmente, si tratta di semplificare la vita degli utenti, siano essi venditori o acquirenti.
Questi ultimi non dovranno più effettuare il login su un sito separato - quello di PayPal- per completare i propri acquisti.
I primi invece potranno godere di «una struttura delle tariffe semplificata e un accesso ai fondi più facile da prevedere», e inoltre «la maggior parte dei venditori potrà aspettarsi una riduzione dei costi di elaborazione dei pagamenti».
Affinché la transizione abbia luogo, però, ci vorrà parecchio tempo. Il sistema di Adyen sarà adottato a partire dalla seconda metà di quest'anno ma esclusivamente in Nord America.
Poi, dal 2019, verrà esteso ad altri Paesi fino a raggiungerli tutti nel 2021.
PayPal non sarà subito rottamato: gli accordi in essere obbligano eBay a mantenerlo almeno come alternativa sino al luglio del 2023, ma oggi non è possibile prevedere se poi detti accordi saranno rinnovati oltre quella data.
eBay dovrebbe avere parecchio da guadagnare da questa mossa: c'è chi stima che ogni anno potrà incassare fino a 2 miliardi di dollari in più rispetto ad ora, grazie alle commissioni sui pagamenti.
Intanto, a seguito dell'annuncio le azioni di PayPal hanno subito un deprezzamento pari al 12% del loro valore. L'azienda continua comunque ad avere un valore molto alto (oltre 80 miliardi di dollari), superiore anche a quello di eBay (che è circa la metà).
Fonte ZEUSNEWS.IT

Eolico offshore: i droni soppiantano le pale

martedì 11 aprile 2017
  • L’utility tedesca E.ON punta su una nuova tecnologia che grazie ai velivoli senza pilota potrebbe dimezzare i costi dell’eolico offshore. Ecco come
Eolico offshore i droni soppiantano le pale 3

(Rinnovabili.it) – Per tagliare i costi dell’eolico offshoresi possono usare i droni. Sembra fantascienza, invece è un’idea su cui l’utility tedesca E.ON ci sta scommettendo forte, finanziando un progetto pilota nella speranza che i risultati possano incoraggiare ulteriori sviluppi. Oggi il gruppo ha annunciato una collaborazione con Ampyx Power, azienda attiva dal 2009 nello sviluppo di Airborne Systems Wind Energy, una tecnologia che utilizza i droni per la produzione di energia eolica.
Questi velivoli, infatti, possono rimanere in volo come aquiloni, con un andamento “ad otto” che sfrutta al meglio l’energia delle correnti di alta quota. La forza del vento li allontana dal fusto della turbina eolica, ma essendo attaccati ad un cavo che aziona una turbina, ne permettono lo svolgimento e il riavvolgimento costante. La tecnologia è ancora in fase embrionale, ma E.ON è fiduciosa e ci ha investito 3 milioni di euro: il suo vice presidente Frank Meyer dichiara che l’obiettivo dell’azienda è ridurre i costi dell’energia rinnovabile, e questa tecnologia ne «permette la produzione in luoghi in cui ad oggi non è economicamente e tecnicamente fattibile».

Eolico offshore i droni soppiantano le pale 4Entro il 2025 si attendono i primi sviluppi. Secondo il portavoce Markus Nitschke l’eolico con i droni, quando si arriverà alla fase di commercializzazione, questo sistema sarà più conveniente del tradizionale offshore, perché utilizza molto meno materiale ed è più facilmente riparabile. Le fondamenta e le torri per le turbine eoliche tradizionali, infatti, costituiscono circa il 30% del capitale necessario per installare queste apparecchiature in mare aperto. E più si installa al largo, più i costi crescono, sebbene l’aumento di vento porti ad una crescita di energia prodotta che poi compensa le maggiori spese.
Ma con i droni legati ai generatori tramite cavi lunghi 400 metri potrebbe essere possibile produrre ancora di più, dal momento che i velivoli possono sfruttare altezze a cui le correnti sono più costanti e forti. Il fattore di capacità, secondo le prove fatte da EON, è del 70%. I parchi eolici operativi attualmente, raggiungono appena il 50%. Sulla base di questi calcoli, si punta a dimezzare il costo dell’eolico offshore entro una decina d’anni.
(fonte rinnovabili.it)
ADESSO E' PIU' FACILE, MA E' POSSIBILE DA SEMPRE!
waybackmachine


Come si fa a conservare una pagina Web, in modo da dimostrare cosa conteneva a una certa data?
Una bella domanda, che a parte i vari screenshot, oggi ha una valida alternativa!
Scaricarla sul proprio computer non è una buona soluzione, infatti potreste trovarvi accusati di aver falsificato o alterato la copia scaricata. Serve un servizio indipendente e imparziale, meglio se universalmente riconosciuto.

Ci sono vari siti di questo genere ai quali si può dare il link di una pagina e chiederne l'archiviazione; i più gettonati sono:


Funzionano molto bene, fornendo oltre ad una copia completa e inalterabile di una pagina anche un'indicazione dell'istante preciso in cui è stata creata la copia e un link abbreviato per citare comodamente la copia archiviata.
Ovvio è che il decano dell'archiviazione, attivo da vent'anni, è Archive.org, il più grande archivio storico di pagine di Internet del mondo. Archive.org offre un servizio di salvataggio istantaneo delle pagine Web, raggiungibile presso Archive.org/web/, dove trovate l'opzione Save Page Now.

Dipendenti, LAVORATE MENO. Panasonic emula Olivetti?!

giovedì 23 febbraio 2017
'Siate efficienti e meno occupati'.

Con questo motto la Panasonic raccomanda ai circa 100 mila dei suoi impiegati in Giappone di non trattenersi in ufficio oltre le 8 di sera, concentrandosi sulla produttività, evitando le tradizionali lunghe giornate sul luogo di lavoro.

Le direttive sottoscritte a fine gennaio dal presidente Kazuhiro Tsuga, e già in vigore, sono rivolte a tutto lo staff dell'azienda: dai manager, ai capi dipartimento e i capi divisione, ai quali si chiede di limitare lo straordinario a un massimo di 80 ore al mese.
Secondo gli standard della Panasonic la giornata lavorativa non dovrebbe superare le 7 ore e 45 minuti, ma gli orari di inizio dei turni possono variare in base al ruolo ricoperto nell'azienda, o delle rotazioni negli stabilimenti di produzione.
A questo riguardo il memorandum del presidente incoraggia un sistema flessibile di occupazione, usando il telelavoro - grazie agli strumenti informatici a disposizione - e usufruendo regolarmente dei giorni di vacanza a cui si ha diritto ma che spesso, per tradizione, non sono richiesti.

Secondo i dati del 2014, pubblicati dall'Istituto nipponico delle Politiche del Lavoro, tra i paesi del G-7 il Giappone ha la più alta percentuale di impiegati che lavorano oltre 49 ore alla settimana, e al tempo stesso il peggior livello di produttività tra le nazioni all'interno del gruppo. 

Huawei: più telefoni venduti nel 2016 ma meno profitti

giovedì 16 febbraio 2017

Huawei Mate 9 Porsche Design

CONTINUA L'ASCESA DELLA CASA CINESE

Huawei ha venduto il 30% in più di telefoni nel 2016calcolo effettuato su base annua
Nel corso di un anno in cui le vendite di smartphone sono state tiepide, nel migliore dei casi, 
la crescita di Huawei è decisamente impressionante.


Purtroppo, però, i profitti per il gruppo cinese, che comprende il settore smartphone, sono stati pari a 2 miliardi di dollari, in calo del 10% rispetto ai 2,2 miliardi di dollari fatti registrare nel 2015.

Il fatturato per il gruppo è invece aumentato lo scorso anno del 42%, a 26 miliardi di dollari.
Il motivo? I prezzi dei componenti sono in aumento, come il costo sostenuto per aggiungere caratteristiche sempre più ricercate agli smartphone Premium.
Huawei ha comunque fissato alcuni obiettivi interni difficili da raggiungere durante il 2017, tra cui il raddoppio dei profitti dei prodotti consumer.
Difficile perché raggiungere questo tipo di crescita, in un settore non più in piena espansione, richiederà strategie commerciali di un certo livello. 
Staremo a vedere.

OnePlus scoperta a barare nei benchmark

venerdì 3 febbraio 2017
OnePlus 3T
Ma ha promesso che non lo farà più.






Quella di barare nei benchmark è una pessima abitudine che gode di parecchi estimatori.
















L'ultima azienda a essere stata scoperta con le mani nella marmellata è OnePlus, e il modello incriminato è lo OnePlus 3T.
La scoperta si deve allo staff di XDA: quando vengono eseguiti certi benchmark, il sistema operativo aumenta la frequenza di clock del processore.
Tutti i core della CPU funzionano alla frequenza massima, anche se il carico non lo richiede. Così, OnePlus 3T ottiene buoni risultati nei test.
Questo comportamento non è nuovissimo: era già stato riscontrato sugli smartphone OnePlus con HydrogenOS (la versione personalizzata di Android usata nel mercato cinese), ma è la prima volta che lo si ritrova anche in OxygenOS (la versione per il mercato internazionale).
Per la precisione, è stato individuato nelle build di OxygenOS basate su Android 7.0 Nougat, e che serviranno ad aggiornare il sistema operativo di OnePlus 3T (di fabbrica è dotato di una versione di OxygenOS basata su Android 6.0.1).

Dal canto proprio, OnePlus ha cercato di giustificarsi affermando che l'aumento della frequenza di clock era pensato per quelle app e quei giochi che hanno bisogno di molte risorse, ma che nelle ultime build, quelle con Android 7.0 Nougat, qualcosa ha fatto attivare l'aumento anche durante i benchmark.
L'azienda ha così promesso che nelle prossime build di OxygenOS per OnePlus 3 e OnePlus 3T lo stesso comportamento durante i benchmark sarà eliminato: la versione definitiva, quindi, non dovrebbe imbrogliare più.

LG presenta l'altoparlante che levita

lunedì 2 gennaio 2017
Galleggia a mezz'aria sulla base e riproduce musica a 360 gradi.

lg levitating speaker 01
Gli altoparlanti che levitano non sono più una novità, ma ora alla lista dei produttori si aggiungono i sudcoreani di LG con un prodotto dalle linee sobrie: il Levitating Portable Speaker.
Se infatti finora per lo più questo tipo di dispositivi sottolineavano la capacità di galleggaire con forme curiose (ne abbiamo visti con forme originali quali UFO, palle da gioco, di nuvole), la soluzione di LG è quanto di più neutro si possa chiedere.
La presentazione ufficiale presumibilmente avverrà al CES 2017, ma dalle prime foto che si trovano sul web si evince una base dall'aspetto un po' ingombrante (la Levitation Station) su cui galleggia l'altoparlante vero e proprio, di un neutro colore bianco.
L'effetto di levitazione è ottenuto tramite degli elettromagneti, mentre la connessione alla sorgente si effettua via Bluetooth.
Lo Speaker si occupa di emettere i suoni con frequenze medie e alte, mentre alla Station spetta il compito di riprodurre i bassi.


lg levitating speaker 02
La  base  funge  anche da caricabatterie: l'autonomia dello Speaker è di 10 ore e, quando si esaurisce, l'altoparlante discende lentamente sulla Levitation Station per iniziare la ricarica, operazione durante la quale potrà comunque continuare a funzionare. Il Levitating Portable Speaker è certificato IPX7 (è quindi protetto dall'acqua) ed emette il suono a 360 gradi. Prezzo e disponibilità verranno annunciati più avanti a gennaio.