Da liberista a statista

giovedì 31 maggio 2012

Dopo anni in cui Franco Bernabè ha rifiutato qualsiasi vincolo per Telecom Italia, oggi invoca l'aiuto e la protezione dello Stato.

Franco Bernabe
Franco Bernabè ha rifiutato per anni qualsiasi aiuto pubblico, negando che la sua Telecom Italia ne avesse bisogno.

Per anni l'ex amministratore delegato di Telecom ha sempre negato che l'azienda facesse troppo poco per cablare l'Italia, sostenendo che l'offerta di banda larga fosse perfettamente adeguata alla scarsità della domanda.

In tutto questo tempo, Bernabè ha sempre rifiutato di cooperare con gli altri gestori e ha lamentato un eccesso di regole e vincoli.
Oggi, dopo che in pochi giorni Telecom Italia ha perso il 20% del suo valore in Borsa, Bernabè in un'intervista al bravo Mucchetti del Corriere della Sera invoca l'aiuto dello Stato.
Il presidente esecutivo di Telecom Italia ammette oggi che in importanti distretti industriali del Paese non è ancora arrivata nemmeno l'Adsl e chiede al governo di fare qualcosa.

Secondo Bernabè, il governo dovrebbe bloccare il progetto Metroweb finanziato con i soldi pubblici della Cassa Depositi e Prestiti, per evitare che Telecom Italia, perdendo ancora in Borsa, sia fagocitata da grandi gruppi stranieri.
Da liberista a statalista, tutto in una notte

Effetto terremoto, via le password dal Wi-Fi in Emilia

mercoledì 30 maggio 2012


Numerosi sindaci dei comuni colpiti dal sisma invitano i cittadini a rendere accessibili le proprie reti wireless. Ci voleva il terremoto per una norma dettata dal buon senso?

terremoto emilia
Il Wi-Fi libero è un tabù. Più in Italia che nel resto del mondo. Fino poco più di un anno fa abbiamo dovuto sottostare al famigerato decreto Pisanu, che imponeva l'identificazione dell'utente che volesse connettersi a una rete Wi-Fi, con tanto di annotazione del documento di identità, con la scusa di voler identificare i terroristi (o erano i pedofili? non ricordo).

Anche oggi che la legge Pisanu è stata abolita, non è che le cose siano cambiate di molto. Un po' perché la burocrazia non è sparita completamente, un po' per l'abitudine, un po' per la paura che ci hanno instillato: "Se un pedofilo (o un terrorista o un qualsiasi altro mostro) accede a Internet dalla tua rete, ne risponderai tu personalmente". Ma a un indirizzo IP non corrisponde necessariamente una sola persona, e anche negli USA se ne stanno finalmente rendendo conto

Risultato? Praticamente zero reti Wi-Fi liberamente accessibili, nelle nostre città. A parte quelle "ufficiali", installate dai comuni per raccattare consenso elettorale, che però generalmente coprono non più di poche decine di metri quadri, anche in città come Milano o Roma. Poi ci sono quelle lasciate aperte per errore (subito ribattezzato come "imprudenza") e quelle di qualche libertario irriducibile, che lascia la propria rete Wi-Fi aperta di proposito, magari aderendo a progetti interessanti come quello dei Foneros: su Zeus News ne parlammo per la prima volta nel 2006, ma come potete vedere il progetto non è mai veramente decollato.
Altra conseguenza (o forse è una causa?), in Italia dettano legge le compagnie telefoniche mobili. Castrare il Wi-Fi vuol dire favorire la costosa comunicazione dati cellulare. Prima erano le tariffe esagerate, adesso sono i piani-dati venduti "a dispositivo" (iPad, smartphone, navigatore, ecc.) anziché "a persona".

Poi, stamattina, il terremoto in Emilia. Una seconda terribile scossa. E per la prima volta qualcuno comincia a svegliarsi. Vuoi vedere che è meglio se apriamo Internet a tutti? E così si diffonde il tam tam e i sindaci delle zone colpite invitano i propri cittadini ad aprire le reti Wi-Fi, in modo che tutti possano comunicare. Compresi i terroristi che passeranno da quelle parti (mica saranno tutti quanti a Brindisi, no?)
Nobile iniziativa, certo, dettata dall'emergenza. Ma attenzione, qualcuno potrebbe abituarsi e pretendere che rimanga in vigore anche quando si saranno calmate le acque.

Samsung Galaxy S3: Video Unboxing in Italiano

martedì 29 maggio 2012

WiFi Pineapple sniffa le password e molto altro

venerdì 18 maggio 2012

Un piccolo apparecchio permette di impadronirsi delle reti Wi-Fi quasi senza fatica.


Wi-Fi Pineapple è un piccolo apparecchio giunto ormai alla sua quarta incarnazione - infatti l'ultima versione si chiama Mark IV - in grado di mettere in ginocchio una rete Wi-Fi.
È infatti in grado di portare attacchi del tipo man-in-the-middle e permettere al proprio utente di intercettare il traffico, sottrarre le password e fare in pratica il bello e il cattivo tempo con le informazioni degli altri utenti della rete.
Per svolgere il proprio compito, Pineapple è attrezzato con un SoC Atheros AR9331 che lavora a 400 MHz, due porte Ethernet, connettività Wi-Fi 802.11b/g/n e una porta USB 2.0 che permette di collegarvi anche dei modem 3G o 4G.
pineapple2
Wi-Fi Pineapple - dotato di interfaccia web per gestirne le funzioni - costa 90 dollari ed è in vendita su Hakshop.



L'ecosistema Android è estremamente vario, ma su tutti spicca il Galaxy S II di Samsung.

android frammentazione
Apple ha sempre sostenuto con convinzione l'idea che la galassia di dispositivi Android sia troppo frammentata; ora, grazie al lavoro di OpenSignalMaps, sappiamo anche quanto: sono stati individuati ben 3.997 dispositivi differenti (tablet e smartphone) dotati del sistema di Google.
La mappa realizzata basandosi sui download del software OpenSignalMaps negli utlimi sei mesi e disponendo i prodotti in base alla popolarità conferma peraltro il successo delSamsung Galaxy S II (GT-i9100), che si conferma il più diffuso.

Samsung Galaxy S3, approfondimento sulle funzioni software

mercoledì 16 maggio 2012



Protagoniste assolute durante la presentazione del nuovo Samsung Galaxy S3 sono state le funzioni softwareSamsung ha seguito le orme di Apple, capendo che per progettare un dispositivo all'ultimo grido le novità hardware da sole non bastano.
Partendo dalla solidissima base fornita dal sistema operativo Android 4.0 Ice Cream Sandwich, sono state introdotte numerose applicazioni, che rendono il telefonino davvero più 'smart'. L'interfaccia utente Android è stata migliorata; il dispositivo comunque si basa sulla nuova versione di TouchWiz. La schermata di blocco è caratterizzata dall'effetto a onde concentriche - come se lo schermo fosse coperto da uno strato di acqua.
Ora passiamo alle innovazioni decisamente più interessanti:
"Pop up Play" sfrutta appieno il multitasking del sistema operativo. Se si sta guardando un video e si riceve un messaggio - o se ne desidera scrivere uno - si possono continuare a fare entrambe le cose insieme. In questa maniera non è più necessario uscire, per esempio, da Youtube o dover ricominciare la visualizzazione dall'inizio una volta che si ha scritto il messaggio. Da questo punto di vista, lo schermo a 4,8 pollici consente di effettuare entrambe le operazioni senza doversi divincolare in poco spazio.
E' stata introdotta anche l'interfaccia vocale "S Voice", che ascolta e risponde alle parole dell'utente. Oltre a fornire informazioni utili, si tratta di un prezioso strumento. Per esempio, se suona la sveglia, per interromperla basta dire "stop" anzichè premere con il dito sul telefono (che magari è nell'altra stanza). Con S Voice si può dare il via alla riproduzione delle canzoni preferite, alzare e abbassare il volume, inviare messaggi ed email, organizzare appuntamenti, scattare foto e così via.
Per la fotocamera sono state introdotte due novità interessanti: "Burst Shot", che scatta continuativamente 20 foto dello stesso soggetto facendo uso dello zero-lag shutter, e "Best Photo", che di queste 20 sceglie le migliori 8 e le propone all'utente. Le rimanenti dodici immagini sono comunque archiviate nella memoria del telefono e possono essere recuperate in ogni momento. Sarà più semplice che almeno una delle venti foto scattate non sia mossa o che non abbia il soggetto inquadrato con gli occhi chiusi!
Condividere le immagini con altri dispositivi Galaxy S3 è più semplice e veloce che mai,grazie alla tecnologia NFC e a "S Beam". Si possono trasferire foto, musica, video, documenti, etc. di qualsiasi dimensione senza usare la rete Wi-Fi o 3G, semplicemente facendo toccare due Galaxy S3. La velocità di trasferimento dati è notevole (1 GB in 3 minuti o una canzone MP3 in 2 secondi). In altre parole è una specie di Bluetooth decisamente potenziato.
"Buddy Photo" invece riconosce i volti nelle fotografie e li collega automaticamente con i propri contatti.
Con "AllShare Cast" si può collegare lo smartphone al televisore compatibile e vedere i contenuti su, per esempio, 50 pollici. "AllShare Play" invece consente di condividere istantaneamente un contenuto tra il telefono e il televisore, con un altro telefono, con il computer e con qualsiasi altro dispositivo compatibile.
"Group Cast" invece consente di far vedere la schermata del proprio Galaxy S3 su più dispositivi connessi alla stessa rete Wi-Fi (utile, per esempio, per una presentazione o per far leggere agli altri un proprio file di testo). Questi sistemi fanno uso combinato delle tecnologia DLNA e Wi-Fi Direct.
"Smart Stay" è un'altra novità piacevole, che capisce come si sta usando il telefono e che regola di conseguenza la luminosità. Se si vuole risparmiare la batteria e si imposta il timeout del telefono a 30 secondi, può essere scomodo, per esempio, trovarsi a leggere un e-book mentre lo schermo continua a spegnersi. Smart Stay usa la fotocamera frontale, capisce che l'utente sta leggendo un libro (o navigando sul browser) e pertanto mantiene la luminosità costante. Quando gli occhi vengono chiusi (per esempio se si prende sonno) la funzione si disattiva e il telefono si spegne.
"Direct Call" è una nuova funzione che consente di chiamare istantaneamente il contatto al quale si sta scrivendo un messaggio. Senza dover aprire la rubrica e fare tutti gli altri passaggi normali, è sufficiente portarsi il telefono all'orecchio. In questa maniera comincia una chiamata voce.
"Smart Alert" infine avvisa se ci sono state notifiche o altr novità dall'ultima volta che si ha preso in mano il telefono.

Samsung GT-i9300: Galaxy SIII, dal 29 maggio in Europa.

venerdì 4 maggio 2012

Dopo una lunga attesa e tante, tante indiscrezioni, Samsung ha finalmente annunciato il suo nuovo top di gamma basato su Android, il Galaxy S III. Alla fine delle immagini ci sarà un videoprewiew
Il Galaxy S III è dotato di un display HD Super Amoled da 4.8 pollici con risoluzione di 1280x720 pixel e protetto dal nuovo Gorilla Glass 2, un processore da 1.4GHz Quad-Core, 1GB RAM, 16/32/64GB di memoria espandibile tramite microSD fotocamera posteriore da 8 megapixel con AF ed HDR, fotocamera anteriore da 1.9 megapixel, supporto alle reti HSPA+, WiFi 802.11 b/g/n con Channel Bonding, Bluetooth 4.0, GPS, GLONASS, Accelerometero, RGB Light, Digital Compass, Proximity Sensor, Gyroscope, Barometro, MHL / DLNA e batteria da 2.100 mAh. Le dimensioni sono di 136.6 x 70.6 x 8.6mm per 133 grammi di peso.
                             Samsung Galaxy S3                    Samsung Galaxy S3
Il Galaxy S III è dotato di funzione "Natural Interaction" che permette di riconoscere come si sta utilizzando il telefono cellulare e regolare, di conseguenza alcune funzionalità e di "S Voice" che offre la possibilità di utilizzare la maggior parte delle funzioni tramite comandi vocali.
                                    Samsung Galaxy S3                           Samsung Galaxy S3
Il Samsung GALAXY S III sarà disponibile dalla fine di maggio in Europa, prima di distribuire ad altri mercati a livello globale.
Samsung Galaxy S3 Samsung Galaxy S3
Samsung Galaxy S3 Samsung Galaxy S3

         


          

Dal primo luglio Telecom vara la tariffa unica per le telefonate fisse e per quelle mobili.

telecom tariffa unica
Una grande semplificazione tariffaria entrerà in vigore dal 1 luglio 2012 per i clienti di Telecom Italia.
Cadranno infatti praticamente tutte le distinzioni: quella fra le telefonate locali (le vecchie urbane) e le nazionali (le vecchie interurbane), quella relativa alla fascia oraria, quella relativa al giorno della settimana e quella che differenziava le chiamate verso i telefoni fissi dalle chiamate verso i cellulari, i cui costi variavano ancora in base al gestore.

Resterà sempre lo scatto allo risposta, il cui costo è di 7,94 centesimi.
Tutte le chiamate, a meno che non il cliente non abbia sottoscritto qualche pacchetto flat, costeranno 1,90 centesimi al minuto, a prescindere dalla durata e dalla distanza.
Oggi, invece, le telefonate locali costano 0,70 centesimi al minuto e le nazionali 5,05 centesimi al minuto.

Le chiamate verso i telefonini costeranno tutte 9,90 centesimi al minuto: si tratta di una media tra l'attuale fascia oraria intera - in cui per esempio chiamare un telefonino TIM costava 11,52 centesimi al minuto e un telefonino Vodafone 11,92 centesimi al minuto - e la fascia oraria ridotta, in cui chiamare un TIM costava 7,83 centesimi al minuto e un Vodafone 7,99.


Il servizio di musica in streaming multipiattaforma si integra anche con Facebook.


Microsoft Zune Woodstock
Dello stato quantomeno comatoso in cui versa Zune - ciò vale sia per i player multimediali che per i software - si parla da diverso tempo.
Ora Microsoft ha finalmente deciso di sollevare qualche velo sul destino che lo attende, e sul servizio destinato a raccoglierne l'eredità, il cui nome in codice è Woodstock

I dettagli relativi a Woodstock saranno rivelati soltanto all'E3 - che si terrà a Las Vegas all'inizio di giugno - ma già è noto che si tratterà di un servizio di streaming musicale multipiattaforma, in grado di funzionare con Windows 8, Windows Phone, iOS, Android, Xbox e, in generale, tramite browser.
Stando a quanto si capisce dalle prime informazioni, si tratterà di un concorrente per Spotify, il noto servizio di streaming musicale on demand, si integrerà con Facebook e permetterà di condividere con gli amici le proprie playlist.
Sembra, infine, che permetterà di sincronizzare la musica presente sul PC con quella presente nel servizio cloud, secondo il modello già svelato da iTunes Match, tramite la funzione scan and match.

Una volta che Woodstock sarà lanciato, di Zune non resterà più alcuna traccia: la produzione dei lettori è già stata sospesa e, per quanto riguarda l'ascolto in mobilità, ormai Microsoft punta decisamente sugli smartphone.
«Andando avanti, Windows Phone sarà al centro della nostra musica mobile e la strategia video, e noi non produrremo più lettori Zune» ha fatto sapere l'azienda.

La prima stampante 3D sotto i 500 dollari

giovedì 3 maggio 2012

La tecnologia che permette di realizzare piccoli oggetti diventa finalmente economica.


solidoodle stampante 3D 500 dollari
Se c'è una cosa che certamente frena la diffusione delle stampanti 3D è il prezzo: modelli come il MakerBot Replicator - il cui prezzo è di 1.749 dollari - costano decisamente troppo per le tasche dei comuni mortali.
Uno dei motivi per un prezzo così alto è la decisione di introdurre molte caratteristiche di alto livello all'interno delle stampanti.

Partendo da un approccio diverso,Samuel Cervantes (fino al 2010 Chief Operating Officer di MakerBot) ha creato Solidoodle, una stampante 3D che si potrebbe definire entry level poiché offre le funzionalità fondamentali per 499 dollari.
Disponibile anche in versione Pro eExpert (che costano rispettivamente 49 e 99 dollari in più), Solidoodle è fornita già assemblata ed è in grado di stampare oggetti di plastica che misurano al massimo 6 pollici (15,24 centimetri) in ognuna delle tre dimensioni.
Per poter utilizzare la stampante è necessario disporre di un computer al quale collegarla, mentre il software (compatibile con Windows, Linux e Mac) si può scaricare dal sito ufficiale.


Le confessioni e le frustrazioni di un ex impiegato.

Microsoft zachariades
Max Zachariadesè un ex impiegato di Microsoft; o, meglio, è un ex illuso, che da fan dell'azienda di Redmond si è trasformato in un suo severo critico.
In un articolo scritto per TechCrunch, Zachariades racconta di come sia nata la sua passione per Microsoft e di come, nel 2007, sia diventato un dipendente a tempo pieno.

Il primo anno andò tutto bene, tanto che riuscì a guadagnarsi una Gold Star, un premio da 1.000 dollari per il contributo dato all'azienda. Fu quando suggerì che parte del denaro speso in gadget e autocelebrazioni potesse essere meglio impiegato che il suo comportamento venne etichettato come «inappropriato e antagonista», e la sua visione delle cose cominciò a cambiare.
Zachariades racconta come nel corso dei cinque anni trascorsi in Microsoft si sia reso conto dell'enorme spreco di energie e risorse aziendali che avviene nell'azienda a causa dell'eccessiva burocratizzazione e del tempo passato in riunioni tanto lunghe quanto inutili.
«La cultura Microsoft prevede che tu sia presente alle riunioni» scrive l'ex impiegato. «I calendari devono essere decorati con abbastanza fogliettini colorati da dare l'impressione di una super-attività. Scava più a fondo e scoprirai che le riunioni sono un sistema per evadere la responsabilità delle decisioni».

Secondo Zachariades, Microsoft si è strutturata in troppi compartimenti affollati da manager di diverso livello i quali non fanno altro che parlare e rimandare le decisioni importanti: se la burocratizzazione è un«male necessario»delle grandi aziende, in Microsoft è stata ormai a eretta a sistema. E perché? «Perché si può. Microsoft sta seduta su una montagna di denaro, con circa 60 miliardi di dollari in banca».
Ciò, oltre a immobilizzare l'azienda, starebbe portando Microsoft a diventare «la McDonald's dell'informatica. Prodotti economici, di massa, disponibili dovunque. Senza alcun valore nutritivo, senza idee, senza cultura. Windows 8 ne è un buon esempio. La nuova interfaccia Metro mostra senza fine aggiornamenti banali da Facebook, Twitter, siti di notizie e indicatori di Borsa. Un flusso di rumore senza senso distrae gli utenti dal momento in cui fanno login. In un mondo che già grida, tutto ciò che Windows 8 fa è aumentare i decibel».
Se Zachariades è stato licenziato è perché non è riuscito a tenere per sé tutto ciò di cui è stato testimone, ma anzi ne ha parlato con i vari manager (giocandosi gli avanzamenti di carriera che gli erano stati promessi e anticipati) e, alla fine, ha scritto un'email in proposito a un vicepresidente.
Poche ore dopo l'invio dell'email si è ritrovato senza lavoro, e ha quindi deciso di far conoscere che cosa sia diventata Microsoft oggi.