trance-house MuSiC... Re-(V)solution

mercoledì 30 giugno 2010
Sembra solo a me, ma la canzone ufficiale dei Mondiali di calcio in Sudafrica  "Waving Flag" di Knaan,  non è altro che una brutta copia della canzone tratta da "IO STO CON GLI IPPOPOTAMI" di Bud Spencer e Terence Hill?



Date un'occhiata!



È stata una brutta domenica per la Formula Uno. Dopo tanto spettacolo in positivo un weekend da dimenticare in negativo. La gara vera dura pochi giri, dalla partenza, emozionante, all’incidente di Mark Webber, spaventoso e per fortuna senza conseguenze. Il resto sono situazioni surreali. Errori di ogni tipo e scorrettezze da sanzionare non certo con un mezzo giro ai box con 20” di vantaggio. Imbarazzo, questo il sentimento dinanzi alle immagini e a quanto accaduto a Valencia...
Il resoconto della gara è abbastanza semplice e veloce. Al semaforo verde è subito lotta vera con Hamilton e le due Ferrari che partono fortissimo guadagnando subito posizioni. Mark Webber scivola dalla prima fila al nono posto. La Ferrari di Alonso sembra essere sui livelli degli avversari e cerca subito l’affondo proprio su Hamilton che resiste al secondo posto.
La gara finisce con il brutto volo di Mark Webber(dà conferma che la RB ti mette le ali!!). Una domenica da dimenticare per l’australiano della red Bull che prima parte male e poi sul tentativo di recuperare posizioni con un nuovo set di gomme finisce in aria in uno spaventoso incidente per fortuna senza conseguenze. Il pilota esce solo dalla monoposto e torna ai box. La gara finisce qui. Il resto è il capitolo più brutto di questo avvio di stagione.
Entra la safety car e si scatena il delirio. La Red Bull e la McLaren rimangono in posizione, le Ferrari scivolano, inspiegabilmente, oltre il nono posto. Si parla di soliti errori ai box, si condannano già le scelte ai box ma niente di tutto questo. Le immagini non ci sono e saltano fuori un’ora più tardi e inequivocabili: Lewis Hamilton per non perdere la posizione supera nettamente la safety car, le Ferrari seguono il regolamento e rimangono dietro perdendo l’attimo e soprattutto numerose posizioni in classifica.
Lewis Hamilton rimane al secondo posto per quasi venti giri, il tempo per guadagnare un vantaggio che anche in caso di penalizzazione non cambia le cose in pista. Ci vogliono infatti venti giri per tirare fuori le immagini e “punire” il pilota della McLaren. In poche parole Hamilton fa il furbo e ci guadagna. Le Ferrari rimangono dietro ed escono di scena. Tante le domande da porsi, non solo contro Hamilton. Perchè questo ritardo? Perchè questi venti giri per richiamare Hamilton quando le immagini sono chiare? E perchè la safety car è entrata in quella posizione? Dopo Vettel e senza un vero pericolo in pista. Domande che falsano un’intera gara. Dal nono al ventiquattresimo giro? Perchè questo silenzio? Buchi tremendi e che lasciano davvero l’amaro in bocca.
In queste condizioni in pista non succede nulla. Vettel rimane davanti. Hamilton si “gode” la sua penalizzazione e rientra al secondo posto. La gara è completamente falsata. Il caos ha deciso il Gran Premio d’Europa. Tutto segue senza scossoni con le Ferrari che cercano invano di riportarsi avanti ma a Valencia superare è impossibile.
Il finale è ad alta tensione. Vettel è primo, Hamilton secondo e Button terzo, forse. E dopo ore di indagini e valutazione è arrivato finalmente il verdetto e la conclusione di questa opaca parentesi mondiale. Nove piloti sono stati penalizzati di 5 secondi dai commissari del Gp d'Europa. Le sanzioni, comminate per irregolarità in regime di safety car, hanno consentito al ferrarista Fernando Alonso di guadagnare una posizione e di passare così dal nono all'ottavo posto. Capitolo chiuso. Speriamo

Giuliano Palma Ft. Melanie Fiona - NUVOLE ROSA

sabato 26 giugno 2010

MI ricorda un'altra canzone dal titolo analogo...

giovedì 24 giugno 2010
"Non ci importa nulla di chi vince la Coppa. Che non sia l'Italia, che non sia l'Italia! - cantano allegri i quattro mattacchioni del gruppo “Die vier Sterne". Al Mondiale diSudafrica i tedeschi hanno una nemica dichiarata: l'Italia. La canzoncina è subito diventata un successo su Youtube e sui principali social network, e il nostro Bel Paese viene ridicolizzato in lungo e in largo. Già, perché i quattro componenti della band - tali Dittmar Bachmann, Achim Knorr, Lutz von Rosenberg Lipinsky e Sven Hieronymus - non si sono limitati a 'gufare' per la nazionale di Marcello Lippi, ma sono andati oltre, prendendo spunto dai soliti luoghi comuni che caratterizzano non solo il calcio italiano ma l'Italia intera.
"Un gol nei primi secondi basta per 90 minuti; "Spintoni, sputi e insulti: questo è il calcio italiano" - si sente canticchiare nella canzone -"Catenine e scarpette d'oro; creme e gel, sembrate delle squillo"; "Ci piace il vostro cibo, ma per il calcio non avete tutte le rotelle a posto". E poi ancora, per rincarare la dose: "Pizza, pasta, mafia - Berlusconi. Questo ci basta, altro non vogliamo".
La goliardica trovata della band - composta da comici, più che cantanti, come era facile intuire - spopola non solo su Youtube ma anche nelle radio tedesche, e la Bild, con una punta di sarcasmo, ha sottolineato come l'Italia "sia ancora una hit solo su internet".
Ma cosa hanno fatto di male Cannavaro e compagni per meritarsi tutto questo? "Nulla" - giurano i quattro cabarettisti -"E’ solo una presa in giro e nulla più. L’idea di fare questa canzone ci è venuta dopo l’1-1 nella partita d’esordio degli azzurri contro il Paraguay". D'altra parte, verrebbe da dire, l'invidia è un brutto sentimento, e a distanza di quattro anni, i tedeschi ancora 'rosicano'..."E’ vero, non abbiamo digerito la sconfitta dopo i tempi supplementari del Mondiale diGermania 2006".





Non è nei negozi. Le radio lo snobbano. E i discografici? Forse, un giorno. Eppure in Rete è già un cult. Si chiama Immanuel Casto, ha 26 anni, di giorno è art director, ma di notte è il cantore del “Porn Groove”. Vuol dire, tette, culo, gnocca, “69” messi in rima. Niente di nuovo per alcuni appassionati degli Skiantos e figli, ma la sua ultima canzone “Escort 25” ha registrato novantamila contatti, e i ragazzi cantano il ritornello che fa “tutto ora, tutto vero, tutto dentro, tutto intero…”. Evocative anche le altre hit: “Anal beat”, “Che bella la cappella”, “50 bocca/100 amore” e “Coiti nel buio”.

“Bè, il mio è progetto musicale che parte da anni – racconta Immanuel -, dove c’è sia una componente ludica, sia una sfera di ricerca artistica e di descrizione sociale”. Insomma, sulla scia del documentario “Videocracy” di Erik Gandini, anche lui cerca “di mettere in luce la nostra società interpretando uno stereotipo che poi si commenta da solo”. Quindi ragazze seminude pronte a ogni compromesso pur di arrivare e il sesso come unica merce di scambio.

Griffe, Costa Smeralda, Montecarlo, sale da gioco. Droga. “C’è molta attualità – continua il re del ‘Porn Groove‘ – anche se sarebbe stato molto semplice mettere dei riferimenti a persone, magari a Silvio Berlusconi e Fabrizio Corona, ma tutto si sarebbe esaurito in una parodia. In realtà volevo fare un affresco di un’epoca. Perché il pezzo non parla né di prostituzione, né di ricchezza, bensì di una sorta di aspirazione generazionale, al raggiungimento di uno status”.

Uno status promosso dal “ruolo ‘didattico’ della politica: è attraverso chi ci governa che arriva la legittimazione”. Bene. Comunque, ecco concerti, serate, inviti. E qualche inconveniente: “Che regali mi fanno i fans? Sono molto eterogenei, qualcuna mi tira il reggiseno sul palco, o gli slip. Ma una volta è andata peggio, molto peggio: in ‘Anal beat’ canto ‘non ti negherò il mio deretano, te lo consegnerò chiavi in mano’. Ebbene, a Perugia sono stato linciato da una serie di mazzi di chiavi con su scritto il ‘mio deretano’”.

Nessuna ferita permanente… “Se questo lavoro mi ha portato vantaggio con le donne? No! Ho una relazione stabile, non mi interessa. Forse era meglio non dirlo. Vabbè, oramai è andata”.

“Tutto ora, tutto vero, tutto dentro, tutto intero…”.

Lady Gaga - Alejandro

giovedì 10 giugno 2010
clicca sul link per guardare MC GERRY in diretta dai suoi studi!

 WEBRADIO!

Le 5 invenzioni più inutili

lunedì 7 giugno 2010

Tour de France - Nuova frontiera del doping: meccanico...

venerdì 4 giugno 2010
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Oltre al danno, la beffa. Anzi, la gaffe. Venerdì mattina la Uefa ha ufficialmente assegnato Euro 2016 alla Francia, preferendo i transalpini alla Turchia e all’Italia, tristemente terza. Ma se entro i nostri confini nazionali c’è soprattutto rammarico, in Francia è scoppiata una mezza polemica. Nulla da sbandierare ai quattro venti, sia chiaro. Qualcosa che però colpisce abbastanza.
LA GAFFE DI PLANUS – Il fattaccio risale a venerdì sera. Siamo a Tunisi, dove la nazionale francese di Raymond Domenech si è recata per giocare un test amichevole contro i padroni di casa. In conferenza stampa va Marc Planus, difensore del Bordeaux. Che ne spara una non male: “Cosa ne penso dell’assegnazione dell’Europeo? Quando ci hanno informato della cosa ieri sera, siamo stati subito molto felici. È una gran bella notizia per il calcio francese”. Una frase di circostanza, verrebbe da dire. Se non per un problema di fondo.
COME FACEVANO A SAPERLO? – Proprio qui sta il nocciolo della questione. In teoria, nessuno avrebbe potuto sapere a chi sarebbe stato assegnato l’Europeo già giovedì sera. La decisione è infatti stata ufficializzata venerdì alle 13. E, allora, come mai Planus sapeva già tutto in anticipo? Una domanda alquanto imbarazzante per l’entourage transalpino.
ERRATA CORRIGE – Della gaffe, se non altro, Planus se ne accorge in fretta. E, tra l’imbarazzo generale, corregge il tiro. Sempre in conferenza stampa: “Mi sono sbagliato, volevo dire che l’abbiamo saputo stamattina. C’era un foglio fuori dal ristorante, dove si facevano i complimenti alla Francia per l’assegnazione”. I Galletti l’avrebbero saputo alle 13.05, secondo la versione ufficiale. E non la sera di giovedì, come Planus aveva inizialmente riferito. I sospetti, acuiti dalla nazionalità del presidente Uefa Michel Platini, restano. Insomma, noi a chi dovremmo credere?

Il glossario di Mourinho Special anche a parole...ci mancherà?

martedì 1 giugno 2010

MILANO, 30 maggio 2010 - E adesso chi ci darà il "titulo"? Chi apparecchierà le nostre prime pagine, chi riempirà di polpa i nostri taccuini? José Mourinho è stato il tornado che ha capovolto il calcio italiano e spalancato le finestre dei giornali, portando una ventata di aria fresca. Quanto tempo abbiamo campato su "zero tituli", "non sono pirla", "prostituzione intellettuale", "mister Barnetta" e altri colpi di genio. Mou ha costretto noi giornalisti a non fermarci davanti alla porta dell’ovvio ("decide il mister", "dedico il gol alla fidanzata", "l’avversario è stato ostico") e i suoi colleghi ad abbattere gli steccati del politicamente corretto. E adesso che Josè è a Madrid a solleticare la gola degli spagnoli, in Italia ci si chiede che cosa resterà. Qualcosa resterà, forse. Non esistendo sulla Terra un altro Mou, qualcuno si metterà a copiarlo. Magari non nei discutibili eccessi, che non sono mancati. Le perle mouriniane di questa pagina, piccola parte di quelle pronunciate da Josè nei due anni interisti, dimostrano che il calcio può essere spiegato anche così. Con quell’effetto "carta vetrata" che all’inizio può stupire o indispettire, che a volte supera il livello del buon gusto, ma poi riporta il calcio sul suo pianeta originario. Quello del gioco e dello sfottò. Ecco un campionario delle frasi celebri dell'ex allenatore nerazzurro:
"Io non sono pirla" (prima conferenza stampa con l’Inter, 3 giugno 2008)
"Ranieri ha detto che non ha bisogno di vincere. Lui a quasi 70 anni ha vinto una Supercoppa, una piccola coppa. Non ha mai vinto trofei importanti. Forse ha bisogno di cambiare la sua mentalità, ma forse è troppo vecchio per farlo" (4 agosto 2008)
"Monaco chi? Io conosco il monaco del Tibet, Monaco di Montecarlo, il Bayern Monaco, il GP di Monaco... Se qualche monaco vuole farsi conoscere perché parla di me, mi deve pagare" (dopo le accuse del d.g. del Catania, Lo Monaco, 15 settembre 2008)
Jose Mourinho esulta per la vittoria al Bernabeu. Ap
Jose Mourinho esulta per la vittoria al Bernabeu. Ap
"Io ho studiato cinque ore al giorno l'italiano per diversi mesi per poter comunicare con voi giornalisti, con i tifosi, e pensate che vi abbia mancato di rispetto? Parla poi Ranieri che dopo cinque anni in Inghilterra ha avuto difficoltà a dire 'good morning e 'good afternoon'" (27 settembre 2008)
"Barnetta ha parlato con me allo stadio e non mi ha detto niente. Se dopo ha detto qualcosa alla stampa a me non l'ha detta. Forse ha bisogno di lavorare un po' sulla personalità" (rivolto al collega Mario Beretta, 27 settembre 2008)
"C'è stata grandissima manipolazione intellettuale. Un grandissimo lavoro organizzato per manipolare l'opinione pubblica. Prostituzione intellettuale” (3 marzo 2009)
"Negli ultimi due giorni non si è parlato della Roma che ha grandissimi giocatori, con tanti giocatori che io volevo avere con me ma che finirà la stagione con zero tituli. Non si è parlato del Milan, che ha 11 punti meno di noi e chiuderà la stagione con zero tituli. Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti, ma tanti punti con errori arbitrali" (3 marzo 2009)
"Solo uno tra ventuno non voleva darmi la laurea honoris causa, ma è normale, anche Gesù non piaceva a tutti" (20 marzo 2009)
"Lavorerò di più, ma non posso fare miracoli. Non sono Merlino o Harry Potter" (10 luglio 2009)
"Una delle cose che mi piacciono veramente dell'Italia è il rumore dei nemici. Ho detto la mia opinione, come uomo libero in società libera e subito è arrivato il rumore dei nemici. Brrrrrrrr…"(22 agosto 2009)
"Balotelli, oggi, è stato vicino allo zero. Ho provato diverse strategie, gli sono stato più vicino, più lontano, sono stato più aggressivo, più comprensivo. Ora aspetto lui. Come va a finire? Che dallo psicologo ci finisco io" (8 novembre 2009)
Jose Mourinho stremato dopo la vittoria contro il Bayern. Ansa
Jose Mourinho stremato dopo la vittoria contro il Bayern. Ansa
"Chiuderò questa storia privatamente, magari con un po' di umorismo: mi aspetto un regalo da lui a Natale, perché fino ad oggi il Ramazzotti famoso era Eros, da qualche giorno Andrea"(dopo la lite con il giornalista Andrea Ramazzotti,13 dicembre 2009)
"Juventus e Milan erano felicissimi all' 88’, ma erano felici anche al 93’. Al 95’ forse qualche tv è volata dalla finestra…" (dopo la rimonta di Inter-Siena 4-3, 9 gennaio 2010)
"Se ti alleni con Zanetti e Cambiasso e non migliori hai un solo neurone, e magari un po’ infortunato" (5 febbraio 2010)
"Perché adesso tutti parliamo di Bayern Monaco-Fiorentina? Ci vuole coerenza. Non mi piace fare lo struzzo. La realtà è che in Italia c'è una sola area da 25 metri" (riferito alla Juve, 19 febbraio 2010)
"Per me vergogna è rubare e chi ha avuto la fortuna di nascere in una culla d'oro deve rispettare me, il mio staff, la mia squadra. Si può essere donna, dottoressa, presidentessa, si può essere nate in una culla d'oro, ma se oggi noi siamo dove siamo, io non dico che meritiamo rispetto: dico che esigo rispetto" (riferito a Rosella Sensi, 4 maggio 2010)
"Se prima di una partita metto la squadra a guardare “Il Gladiatore”, i miei giocatori si mettono a ridere o chiamano il dottore chiedendogli se sono malato" (riferito a Ranieri, 8 maggio 2010)
"Io non conosco la noia di Ranieri, conosco solo "La nausea" di Juan Paul Sartre che è stato un grande filosofo e un grande appassionato di calcio"(15 maggio 2010)