Wikileaks e il panico del Sistema

mercoledì 15 dicembre 2010
La vera notizia è la reazione alle "rivelazioni".

Non è che poi Wikileaks abbia fatto 'ste gran rivelazioni. Le cose che sono uscite più o meno si sapevano già prima: certo, a vederle tutte insieme il panorama è molto più desolante che a leggerle una per una: politici bestie, bombardamenti casuali, governi semimafiosi, guerre fatte per soldi e compìti diplomatici che ruttano fragorosamente ai pranzi ufficiali. E allora? Perché s'incazzano tanto?
Perché il senso di panico, a sentirsi sbattere le cose in faccia senza poterci far niente, ha fatto letteralmente impazzire tutti quanti. "L'ha detto la televisione", diceva una volta la gente, e quella la puoi controllare. Ma ora: "L'ha detto internet!". E qua, con tutto il potere, non ci puoi far niente.
La vera notizia allora è questa: il panico da ancient régime che ha travolto selvaggiamente tutti, dal non-occidentale Putin all'occidentalissima Clinton.
"Arrestatelo!", "Minaccia il mondo!", "Pena di morte!", "Fatelo fuori alla svelta!". Non sono i talebani a gridarlo o i mandarini cinesi, ma proprio i nostri civilissimi e acculturati parlamentari e ministri. La Svizzera, a un certo punto, ha addirittura sospeso i conti del povero Assange: non l'aveva fatto con Hitler, non lo fa coi mafiosi - lo fa con Wikileaks, cioè con internet, che evidentemente gli fa molta più paura.
Con il che, è detto tutto: se i banchieri svizzeri, cioè il cuore del cuore del - chiamiamolo così - Sistema hanno rinnegato se stessi, figuriamoci gli altri.
Il diritto di cronaca ufficialmente non esiste più e il giornalismo è fuorilegge. Non solo in Iran o in Cina ma proprio qui da noi, in America e Europa. E la libertà? E il liberismo? E chi se ne fotte.
Zoom sulla Sicilia, a Catania e Palermo, dove era già così da trent'anni (le inchieste su Ciancio indicano solo la cattiva coscienza in tempi complicati del Palazzo, non certo una qualunque voglia di cambiare): c'è democrazia in Sicilia? si può fare cronaca? si può parlare liberamente?
Va bene, non si può, rispondevamo fino a poco tempo fa: ma a Milano, ma a Roma, ma a Washington... Ecco: la novità è che si vanno catanesizzando Roma Milano e Washington, vanno abolendo l'informazione.
O almeno, questa sarebbe l'intenzione. Ma in realtà la gente è molto meno malleabile di prima, non perché più colta o più civile (anzi) ma perché ha a disposizione tecnologie che prima non aveva. Puoi impiccare Assange, ma internet chi lo impicca?
Tanti piccoli Assange (ma no, non personalizziamo: nell'internet non si usa) spunteranno, e in effetti già spuntano, dappertutto. E' la stessa tecnologia che li produce: dopo Gutenberg era solo questione di tempo perché venissero fuori tanti Luteri.
Va bene, lavoriamo per questo. Tranquillamente perché tanto il trend è questo e non c'è nessuna ragione di eccitarsi. Stampa batte amanuense, borghese batte vescono, Rete batte Sistema: prima o poi.
Pensare globalmente, agire localmente: è tornata ad uscire la Periferica e questa, nel nostro piccolo, è una delle tipiche buone notizie. Sta funzionando male la connessione Sicilia-Bologna e la Catania-Ragusa: questi, nel nostro piccolo, sono i nostri guai. E lavoriamo da gnomi, da formichine, senza una lira ma cantando allegramente come i Sette Nani, perché sappiamo benissimo che sono guai risolvibili mentre le buone notizie sono semi di alberi grandi, il cui frusciare, se tendete le orecchie, lo sentite già.
E' buffa la politica, sempre la stessa: liberali e borboni si contrastano, dentro e fuori il Circolo dei Civili, mentre in campagna e sui lontani monti i contadini... Due mondi lontanissimi, qualche volta s'incrociano, ma sfuggenti. E come si chiamano i contadini oggigiorno? Ricercatori disoccupati? Precari? Ragazze che in mancanza di meglio fanno il concorso per velina? Metalmeccanici? Tutti questi, e altri ancora. Nell'ottocento, del resto, non c'era solo l'Operaio Sfruttato: c'era anche il Coolie, il Professore, il Marinaio, l'Impiegatuccio, la Fioraia... E' complicato il mondo, ma lo era già prima.

Ricomposto il puzzle della Dance...

venerdì 10 dicembre 2010

Vuoi sapere chi ti ha osservato su Facebook?

venerdì 3 dicembre 2010
Alcune applicazioni promettono di farlo, ma spesso sono specchietti per allodole.

Facebook app chi ha visitato il profilo scam
I truffatori hanno un grande alleato: la curiosità patologicadegli utenti di Facebook (comune, peraltro, a quelle degli utenti di altri servizi).
Con il social network, però, le cose per gli scammer paiono essere ancora più facili: sembra infatti che il più grande desiderio di moltissimi e vanesi utenti sia sapere chi abbia visitato il loro profilo.
Sfruttando questa debolezza non tramontano mai le trappole che si annunciano con un messaggio del tipo "Non riesco a credere che funzioni davvero! Ora puoi vedere davvero chi ha visitato il tuo profilo" e propongono di installare un'app.
L'app in questione, poi, chiede il permesso di accedere a tutti i contenuti nonché di disporne a piacere. Se l'utente accetta, non solo non vedrà soddisfatta la propria curiosità circa i visitatori, ma avrà consegnato i propri dati a qualcuno di cui non sa nulla se non che ha intenzioni non propriamente trasparenti.


"Davvero volete che un perfetto sconosciuto possa inviarvi email, accedere ai vostri dati personali, e persino postare messaggi su qualunque pagina di Facebook che amministrate?" si chiede l'azienda di sicurezza Sophos, che cerca di mettere in guardia gli utenti da questo genere di pericoli.
L'ultima truffa basata su questo sistema ha già fatto cadere in trappola - i dati sono sempre di Sophos - 60.000 utenti, che si sarebbero salvati semplicemente evitando di cliccare su ogni app sconosciuta che promette funzioni esplicitamente rese impossibili da Facebook.

Video 2 Go mette in salvo le vecchie VHS

domenica 28 novembre 2010

Basta un click per trasformare in digitale i vecchi supporti audio e video e conservarli per sempre.


Video 2 Go VHS DVD Super 8 Cyberlink
Video 2 Go è un convertitore che permette dicustodire al sicuro e in formato digitale tutti i propri ricordi memorizzati su supporti quali DVD,telecamere e VHS.
Per trasferire i propri filmati memorizzati su vecchi supporti ormai poco utilizzati - come VHS, Videocamere Super 8 o semplicemente DVD usurati - su Mac o PC è sufficiente un solo click.
Il collegamento è semplice: basta connettere all'adattatore USB le fonti audio/video - tramite l'ingresso S-Video oppure attraverso i classici jack RCA rosso, giallo e bianco (rosso e bianco trasferiranno l'audio stereo mentre il giallo il segnale video) - alla fonte video sorgente.
È anche possibile immortalare un singolo momento contenuto nel filmato grazie al pulsante con l'icona della macchina fotografica posizionato sull'adattatore.
Nella confezioni sono presenti anche due software: Cyberlink PowerProducer per la videoregistrazione e Cyberlink PowerDirector per l'editing video.
Con questi programmi è possibile salvare i file direttamente sul proprio computer o condividerli tramite Facebook o YouTube.
Gli utenti Mac possono utilizzare per l'esportazione dei filmati iMovie e Quicktime, disponibili nel pacchetto software di base di ogni computer Apple.
Video 2 Go consente l'esportazione in molteplici formati video: Avi, Mpeg-1, Mpeg-2, Mpeg 4, H.264, Wmv e Rm ed è disponibile al prezzo di lancio di 39,92 euro IVA compresa.

Promo

sabato 27 novembre 2010

Acer presenta il primo notebook completamente touchscreen

mercoledì 24 novembre 2010
L'Iconia Touchbook non ha la tastiera ma due schermi multitouch. In arrivo anche uno smartphone e tre tablet con Android e Windows 7.

Acer Iconia Touchbook tablet Android Windows 7
È stata ricca di prodotti la conferenzastampa tenuta a New York da Acer, aziendache sembra decisa a sfruttare in pienol'entusiasmo per i tablet e le tecnologie touchscreen.
Vera star dell'evento guidato dal CEO Gianfranco Lanzi è stata il notebook/tablet PC Iconia Touchbook: al posto della tastieramonta uno schermo multitouch da 14 pollici, gemello del display posto nella posizione tradizionale, con risoluzione di 1366x768 pixel.
Entrambi i pannelli sono lucidi e utilizzano la tecnologia Gorilla Glass, che li rende resistenti ai graffi e agli urti e minimizza l'effetto delle ditate.
All'interno c'è un processore Intel Core i5 accompagnato da 4 Gbyte di RAM e da un hard disk da 640 Gbyte. La dotazione hardware comprende porte USB 3.0 e HDMI, oltre ai moduli 3G e Wi-Fi.
L'eliminazione della tastiera fisica (una virtuale appare avvicinando entrambe le mani al display inferiore) e del trackpad ha imposto ad Acer la necessità di realizzare del software apposito per facilitare l'interazione con il sistema operativo.
Ecco dunque che debuttano TouchPhoto, TouchBrowser, TouchMusic, TouchVideo e l'interfaccia Acer Ring che completano Windows 7 Home Premium a 64 bit e possiamo vedere in azione nel video qua sotto.
L'Iconia dovrebbe essere disponibile a partire dalla metà del mese di gennaio, inizialmente in Giappone e Stati Uniti. Quando arriverà in Europa avrà un prezzo che si aggirerà intorno ai 1.500 euro.
Acer si inserisce nel mondo dei tablet con un'offerta piuttosto ricca. Nel 2011 arriveranno due modelli di tablet propriamente detti - rispettivamente con diagonale da 10,1 pollici (dotato di processore dual core a 1 GHz) e da 7 pollici (con risoluzione di 1280x800 pixel, sempre con processore dual core) - e uno ocn dimensioni più da smartphone: lo schermo è da 4,8 pollici con risoluzione di 1024x480 pixel in 21:9, mentre la CPU è un Qualcomm Snapdragon a 1 GHz.
Quest'ultimo modello disporrà di connettività Wi-Fi 802.11n, Bluetooth 3.0 e USB, supporterà DLNA e disporrà di due videocamere: da 8megapixel quella posteriore e da2 megapixel quella anteriore.


Il sistema operativo sarà Android, probabilmente nella versione Honeycomb, e il debutto è atteso per il mese di aprile.
I tablet con schermo multitouch da 10,1 pollici saranno disponibili da febbraio, a scelta con Android o con Windows 7; chi sceglierà la versione con il sistema di Microsoft avrà anche una tastiera fisica rimovibile, mentre tutti supporteranno Wi-Fi e 3G e avranno una porta HDMI.
Il modello da 7 pollici sarà disponibile esclusivamente con Android.
I prezzi dei tablet non sono stati ancora definiti ma, secondo quanto rivelato dal CEO, andranno da 299 a 599 euro.

Il pappagallo che faceva da palo

giovedì 18 novembre 2010
Addestrato da una banda di ladri, dopo l'arresto si rifiuta di rispondere agli agenti. Verrà internato in un istituto di rieducazione.

Barranquilla pappagallo faceva da palo
Chi immagina che Barranquilla sia una pacifica cittadina colombiana sede di in famoso carnevale, secondo solo a quello di Rio, sbaglia di grosso: non solo si tratta di unnotevole insediamento industriale dotato di un esteso porto sull'estuario del Rio Magdalena, ma è anche una città ricca e densa di traffici di ogni specie, specie di droga.
A Barranquilla persino la delinquenza per così dire "minore" trova degnamente il proprio posto, se non altro per l'inventiva.
Infatti il capo della polizia locale, Freddy Voloza, ha comunicato alla stampa di aver proceduto all'arresto di una banda di malfattori specializzata in furti in alloggi e negozi, sequestrando oltre a coltellacci e stupefacenti anche il pappagallo Lorenzo, addestrato a far da "palo" durante le imprese ladresche.
La banda piazzava trespolo e pappagallo nelle immediate vicinanze degli ingressi degli immobili "visitati" e il pennuto, appena avvistati gli agenti, si metteva a strillare qualcosa del tipo "scappa, scappa: arriva il gatto che ti acchiappa!"
Voloza ha anche rivelato che Lorenzo è un duro, uno di quelli "che non parlano"interrogato a lungo perché confessasse e indicasse complici e istruttori, si è limitato a fare versacci pappagalleschi e, indulgendo al quarto dei peccati capitali, a chiedere insistentemente cioccolata e dolciumi.
Non si è fatto piegare né dalle lusinghe, né dalle minacce, né dalla scarsa qualità dei semi in dotazione alla polizia cittadina, tanto che alla fine è stato affidato a un'associazione che cura la protezione e la rieducazione degli animali "traviati".

Qual è il materiale più resistente al mondo?

mercoledì 17 novembre 2010


Se credete che la risposta a questa domanda sia "il diamante" avete ragione, ma solo a metà. Esiste infatti anche il graphene, un materiale artificiale creato nel 2004, che qualche settimana fa ha fruttato ai suoi inventori il premio Nobel per la fisica.
È formato da uno strato di carbonio spesso un atomo e questo lo rende il materiale più sottile al mondo: per ottenere una lastra di graphene alta un millimetro occorre sovrapporre tra loro un milione di questi strati. Ha una struttura esagonale formata da 6 atomi di carbonio uniti tra loro da legami molto resistenti: per bucare il graphene con un ago occorre esercitare una pressione di circa 41 newton/metro, come per il diamante. È così duro che un guscio d'uovo in graphene potrebbe sopportare tranquillamente il peso di un'automobile senza rompersi. 
Andre Geim e Kostantin Novoselov lo hanno scoperto quasi per caso: si sono accorti che passando del normale scotch sulla mina di una matita vi restano attaccati minuscoli cristalli di carbonio. Ripetendo l'operazione più e più volte si ottiene una superficie di carbonio alta un atomo. 
Ma un materiale così sottile e robusto dove potrebbe essere impiegato? Per esempio nello sviluppo di batterie di nuova generazione o nell'industria informatica. Il graphene ha eccezionali doti di conduttività elettrica e può resistere a tensioni un milione di volte superiori a quelle del rame. E basta orientarlo in modo diverso per trasformarlo in un semiconduttore dalle prestazioni di gran lunga più elevate rispetto al silicio. IBM sta già sperimentando un microchip in graphene da 100 GHz.
Il suo scopritore, Andre Geim, è il primo uomo al mondo ad aver vinto sia un Nobel che un Ig-nobel, il riconoscimento assegnato ogni anno agli autori delle ricerche scientifiche più inutili e strampalate: nel 2000 l'illustre fisico si aggiudicò il poco ambito premio per... essere riuscito a far levitare una rana.

I guanti per usare il touchscreen quando fa freddo

lunedì 15 novembre 2010
Un paio di guanti intessuti di fili argentati per utilizzare l'iPhone anche in pieno inverno.

Agloves touchscreen capacitivi guanti freddo dita
Il vero problema dei touchscren capacitivi deriva dal fatto che non è possibileadoperare uno stilo, o comunque un oggetto qualsiasi che non conduca corrente, per poterli usare: occorre proprio un dito.
La questione si fa particolarmente seccante d'inverno, quando l'unico modo di telefonare - o mandare un messaggio, o navigare in Internet - con un iPhone consiste nel togliersi i guanti e subire i morsi del freddo.
La soluzione arriva dall'America e si chiama Agloves: un paio di guanti tessuti con uno speciale filo di nylon coperto di argento, che garantisce la conduttività elettrica.
Dato che l'intero guanto è fatto di questo materiale, si risolve anche il problema della perdita di conduttività da parte delle dita (se sono troppo fredde o secche): il resto della mano permette di continuare a operare sul touchscreen.
Inoltre è possibile utilizzare tutte le dieci dita per digitare sulle tastiere virtuali dei tablet.
Gli Agloves sono in vendita - in tre taglie unisex - sul sito ufficiale a 17,99 dollari.

Nasce la società della fibra ottica tutta italiana

giovedì 11 novembre 2010
Gli operatori firmano l'accordo per la Next Generation Network italiana.



Accordo operatori NGN infrastrutture passive
Alla fine, incredibilmente, gli operatori si sono accordati: anche Telecom ha firmato l'accordo (ilmemorandum of understanding) con Vodafone, Wind, Fastweb, H3G, Tiscali e BT per la creazione di un'unica società che dia vita alla rete di nuova generazione.
La New Generation Network italiana ha quindi qualche speranza di nascere: si tratta di una decisione importante che ha luogo proprio quando l'Unione Europea, attraverso il Commissario per l'Agenda Digitale Neelie Kroes, segnala le mancanze del nostro Paese.
L'Italia "deve mettersi al passo con gli altri Paesi europei che fanno buon uso degli strumenti telematici" ha dichiarato il Commissario. "Il Paese ha tutto da guadagnare".
La società che prenderà in carico la creazione della NGN - ma, in base agli accordi, solo laddove i singoli operatori non vorranno o non potranno intervenire in prima persona - non si occuperà di ogni aspetto ma soltanto delle infrastrutture passive: scavi, cavidotti, canaline e via di seguito.
Gli apparati e la fibra restano fuori dall'accordo: ogni operatore potrà piazzare le proprie infrastrutture attive o affittare quelle esistentisecondo tariffe ancora da definire previo parere dell'AGCOM.
Nonostante le buone notizie è ancora presto per festeggiare. Ora prenderà il via un nuovo tavolo tecnico di 90 giorni per definire lagovernance della società, e poi bisognerà capire come e quando eliminare la rete in rame - di proprietà di Telecom - per fare spazio alla fibra.
I tempi a disposizione, tuttavia, non sono infiniti: il Commissario Kroes vuole che tutti i Paesi dell'Unione abbiano a disposizione la banda larga entro il 2013 e quella veloce o ultralarga entro il 2020.

Foto-shock!!!!

martedì 9 novembre 2010
Qualcuno si è mai chiesto come è evoluta durante i 25 anni di servizio (il 20 novembre 1985 fu rilasciato il SO Windows 1.0) l'interfaccia Windows??


Chi vuole fare un tuffo nel passato può visitare il sito Toasty Tech, che raccoglie l'evoluzione delle interfacce del gigante di Redmond.
With great surprise and joy I was pleased to note that 30% of visits to my blog (blog.disalvo.info) come from U.S. utilities!
A big hug and a warm thank you to American readers! ;)


Guadagna
Tophost

Wi-Fi con la vecchia antenna TV

lunedì 8 novembre 2010
La banda liberata dal segnale analogico si può riutilizzare per portare la Rete là dove non arriva la fibra.

Australia CSIRO Internet antenna Ian Opperman
Foto di Steve Mann
Raggiungere le zone rurali con una connessione a Internet è sempre un problema:posare i cavi necessariè spesso improponibile e installare impianti di connettività mobile è forse più semplice ma certamente anche molto costoso.
La soluzione a questi problemi arrivadall'australiano CSIRO- Commonwealth Scientific and Industrial Research Organizationa - alle prese con il problema di portare la Rete lontano dalle grandi città.
La chiave sono le antenne televisive, presenti pressoché dappertutto e, ovviamente, in grado di ricevere segnali da un ripetitore relativamente vicino.
Con il passaggio alla TV digitale terrestre (previsto in Australia entro per il 2013), la vecchia infrastruttura di trasmissione analogica e le frequenze liberate possono essere riciclate per fornire una connettività a Internet senza fili tramite un segnale che può essere captato dalle normali antenne televisive e utilizzato dai computer delle abitazioni tramite un set-top box apposito.
La tecnologia che permette tutto ciò - non a caso sviluppata dall'ente che detiene un brevetto chiave sul Wi-Fi - si chiama Ngara e avrebbe costi di impiego contenuti, poiché si tratterebbe soltanto di adattare un'infrastruttura già esistente.
"Tutte le tecnologie senza fili concorrenti" - spiega Robin Simpson, direttore del settore wireless di Gartner - "usano alte frequenze e richiedono nuove stazioni di trasmissione, l'uso di una nuova parte dello spettro e l'installazione di nuove antenne. Riutilizzare ciò che è stato abbandonato insieme alla TV analogica è una strategia di mercato molto più semplice".
Il dottor Ian Opperman, direttore del centro ICT del CSIRO, spiega in che cosa consiste la prima metà di Ngara, quella che consente l'upload contemporaneo a sei utenti senza che alcuno scenda sotto i 12 Mbit/s: "chi non vive vicino alla rete in fibra potrà usare il nostro sistema ed essere in grado di caricare un video su YouTube in tempo realesenza veder cambiare il proprio data rate, nemmeno se cinque dei suoi vicini iniziano a fare lo stesso".
Questa prima fase permette di ottenere la velocità in upload di 12 Mbit/s per canale televisivo (ogni canale sono 7 MHz) grazie alla sua alta efficienza spettrale, pari a 20 bit al secondo per Hertz.
La sperimentazione inizierà a dicembre in Tasmania, a Smithton, mentre il CSIRO sta già lavorando sulla seconda fase, che promette una velocità di download ancora pari a 12 Mbit/s.

Internet, Maroni: da gennaio liberalizzazione wi-fi

venerdì 5 novembre 2010
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha annunciato oggi che da gennaio prossimo saranno liberalizzati i collegamenti wi-fi.
"Da qui a dicembre valuteremo quali siano gli adeguati standard di sicurezza, ma dal primo gennaio gli utenti saranno liberi di collegarsi al wi-fi senza le restrizioni introdotte cinque anni fa, oggi ampiamente superate", ha detto Maroni presentando il nuovo pacchetto sicurezza approvato oggi dal Consiglio dei ministri.
Nel 2006, il decreto Pisanu -- che scade il 31 dicembre -- aveva inserito una serie di restrizioni per gli Internet point. Oggi Maroni ha detto che dall'anno prossimo saranno possibili collegamenti wi-fi senza la necessità di registrarsi con la fotocopia del documento di identità.

Il CHILOGRAMMO perde peso

mercoledì 3 novembre 2010
Il prototipo conservato in Francia perde massa: non è abbastanza preciso per le esigenze odierne.

Chilogrammo costante di Planck massa platino-iridi
Il chilogrammo si avvia al pensionamento: dopo più di 130 anni di onorato servizio, il cilindro di platino-iridio usato come prototipo e conservato nel sotterrano dell'Ufficio Internazionale dei Pesi e delle Misure (con sede a Sèvres, vicino a Parigi) si guadagnerà il meritato riposo.
Il chilogrammo è l'ultima unità di misura a essere angora legata, per la propria definizione, a un manufatto; tuttavia, in quanto oggetto fisico e nonostante le misure prese per evitare le alterazioni, il prototipo è soggetto a un lievissimo cambiamento nel corso del tempo.
Per definizione, naturalmente, il prototipo è sempre perfetto, dato che un chilogrammo corrisponde alla massa del prototipo internazionale di chilogrammo, formula cui si è arrivati per ovviare ai problemi di quella adottata in precedenza, ossia la massa di un litro di acqua distillata alla temperatura di 4 gradi Celsius.
La comparazione periodica con le copie, tuttavia, mostra che nella massa del cilindro ci sono delle oscillazioni: più precisamente, nell'ultimo secolo ha perso circa 50 microgrammi, per cui per assurdo si potrebbe dire che il chilogrammo ha una massa inferiore a un chilogrammo.
Tutto ciò è chiaramente inaccettabile se si vuole un riferimento il più possibile stabile e preciso, ed ecco perché il Comitato Consultivo per le Unità di Misura sta vagliando definizioni alternative, la più apprezzata delle quali prevede la definizione del chilogrammo in rapporto alla costante di Planck.
Tra un anno si terrà la Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure: per allora è probabile che la nuova definizione sarà approvata dal Comitato e verrà adottata universalmente entro la metà del prossimo decennio.

Quando gli scienziati barano

lunedì 1 novembre 2010
Anche gli scienziati barano: lo affermano alcuni studi secondo cui il 9% dei ricercatori falsifica i risultati di esperimenti e test per raggiungere rapidamente la pubblicazione, la fama, e possibilmente i soldi.


Ogni anno i falsi scientifici sarebbero ben 2000 e nel corso della storia si è visto davvero di tutto: antropologi che hanno sotterrato reperti posticci, ingegneri che hanno costruito auto ad acqua e dittatori che hanno costretto poveri contadini a spacciarsi per uomini delle caverne. 
Incredibile? No, è tutto vero. In questa puntata di Focus On Top vi presentiamo le 5 bufale scientifiche più clamorose.








NIcole Minetti: eccola

venerdì 29 ottobre 2010
Igienista dentale del premier, eletta nel consiglio regionale della Lombardia, ex velina: ecco una foto molto recente.
Chissà se dispiace al Cav che è dell'Inter.....

L'effetto del ristagno economico

Samsung Galaxy S2: la scheda tecnica del mostro

giovedì 28 ottobre 2010
Samsung Galaxy S2 potrebbe essere lo smartphone ammazza-mercato, un cellulare intelligente dalla scheda tecnica cosmica con alcune caratteristiche che fanno davvero venire i brividi. Nell’immagine qui sopra vediamo una foto che lo rappresenta a grandi linee. La lista delle specifiche tecniche di Samsung Galaxy S2 è per certi versi esagerata, quindi si può credere verosimilmente che si sia un po’ esagerato in alcuni punti, tuttavia il secondo modello della premiata gamma Galaxy S potrebbe davvero stupire tutti nel 2011.

Samsung Galaxy S2 potrebbe essere lo smartphone ammazza-mercato, un cellulare intelligente dalla scheda tecnica cosmica con alcune caratteristiche che fanno davvero venire i brividi. Nell’immagine qui sopra vediamo una foto che lo rappresenta a grandi linee. La lista delle specifiche tecniche di Samsung Galaxy S2 è per certi versi esagerata, quindi si può credere verosimilmente che si sia un po’ esagerato in alcuni punti, tuttavia il secondo modello della premiata gamma Galaxy S potrebbe davvero stupire tutti nel 2011.
Dopo aver applaudito all’ottimo smartphone con sistema operativo Android Samsung Galaxy S che sta aggiornandosi alla versione 2.2 Froyo, ora è il turno di Samsung Galaxy S2 che potrebbe invece uscire con nativamente montata la versione 2.3 Gingerbread.

Il condizionale è d’obbligo per Samsung Galaxy S2 che monterà uno schermo touchscreen di grandi dimensioni, con una diagonale da 4.3 pollici di natura AMOLED ad alta qualità e bassi consumi e una risoluzione pazzesca da 1280 x 720 pixel a 340 dpi.

La scheda tecnica di Samsung Galaxy S2 prevede un processore da 2GHz con 1GB di Ram e 4GB di Rom, una memoria interna da 32GB espandibile via microSD, fotocamera da 8 Megapixel con videorecording full HD, Bluetooth 3.0, Wi-Fi 802.11 b/g/n, A-GPS con accelerometro, giroscopio e sensore di prossimità.
Che prezzo potrebbe avere un mostro così?

'Casa An, nessuna truffa': Procura chiede archiviazione

mercoledì 27 ottobre 2010
Né truffa, né frode, né inganno di sorta. La vendita dell'appartamento monegasco di Boulevard Princesse Charlotte alla società offshore Printemps, il caso politico-giudiziario dell'estate che ha messo Fini sulla graticola, per i magistrati della procura di Roma si è svolta in modo del tutto regolare e può essere definitivamente archiviata. Gianfranco Fini può tirare un sospiro di sollievo. Nella vicenda di casa An, la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione per "l'insussistenza di azioni fraudolente" nella vendita dei sessanta metri quadrati nel principato di Monaco lasciati in eredità ad An. Passata ai raggi x la procedura di alienazione dell'appartamento, i magistrati non hanno trovato "nessun artifizio o raggiro".

E nemmeno il prezzo di vendita, 300mila euro (per i nemici di Fini, che sospettano un "imbroglio" si tratta di un prezzo ridicolo) ha smosso i magistrati, secondo i quali "'la doglianza sulla vendita a prezzo inferiore non compete al giudice penale ed e' eventualmente azionabile nella competente sede civile". Cala così il sipario sull'affaire della vendita dell'appartamento monegasco , scoperto dal Giornale e utilizzato per mettere in dubbio l'integrità morale del presidente della Camera.

Grande disfatta per la stampa berlusconiana, che in queste ore si sta comportando come quella stampa "SINISTRATA", tanto criticata nei mesi e giorni scorsi: "Gli italiani hanno diritto di sapere", dice il direttore editoriale de Il Giornale Vittorio Feltri. Duro il suo collega Maurizio Belpietro, direttore di Libero, che parla di una "cupola che impedisce agli italiani di essere informati".
Ribrezzo se poi si pensi alle parole di Minzolini: "Le inchieste del Giornale e Libero sulla vicenda di casa An sono molto più pure rispetto a quelle di altri giornali perché stimolano l'attività della magistratura. Quelle di Repubblica invece fungono solo da cinghia di trasmissione con le procure".

Maya, catastrofe nel 2012? No, rimandata al 2013

lunedì 25 ottobre 2010
IL CALENDARIO MAYA - Gli scienziati maya erano in grado di effettuare osservazioni dirette e dettagliate del cielo e le loro rilevazioni dei cicli dei vari pianeti erano registrate nei loro codici cartacei e nei geroglifici sulla pietra. Un computo realizzato sul calendario maya (il calendario è stato 'convertito' con il nostro, il gregoriano, con calcoli effettuati sulla cosiddetta 'costante GMT'), assieme ad un riferimento epigrafico sul Monumento 6 di Tortuguero è alla base del fenomeno che associa un evento di significativa discontinuità storica alla data summenzionata. In base a queste 'rivelazioni', il 21 dicembre 2012 sarebbe per i maya il giorno della fine del mondo.

LA SCOPERTA DI ALDANA - Ma c’è di più. Nuovi studi propongono nuove letture della profezia apocalittica dei maya. Un nuovo studio, effettuato dal professor Gerardo Aldana dell’università di Santa Barbara in California, sposterebbe la data profetica del 21 dicembre 2012 di 50 o anche 100 anni. Lo spiega in un capitolo del suo nuovo libro, Calendars and Years II: Astronomy and Time in the Ancient and Medieval World", Aldana pone dubbi sul modo in cui fino a oggi il calendario maya è stato convertito con il nostro calendario gregoriano.

LA COSTANTE GMT - Aldana ha trovato diversi punti deboli negli studi di Lounsbury. Altri le avevano trovate in precedenza, ma, dice Aldana, senza formulare perché l’intero sistema GMT è sbagliato in partenza, era impossibile darne una visione chiara. L’ipotesi del GMT dunque "cadrebbe come cade un castello di carte". Secondo il ricercatore alcuni degli eventi riportati dai maya sarebbero sbagliati: "In un documento si è trovato che il re maya Balaj Chan K'awiil scelse la data per una battaglia vedendo sorgere un astro chiamato Chak Ek- dice Aldana. - Gli studiosi moderni ritengono che sia Venere, ma secondo i miei calcoli è più probabile che fosse un meteorite, quindi l'uso di questa data per la costante ha generato un errore''. Aldana presenta altri casi dubbi che lui ha risolto: i calcoli sulla fine del mondo risultano sbagliati di un periodo minimo di due mesi, anche se secondo il ricercatore è possibile che l'errore sia di decenni o addirittura di un secolo.

QUANDO FINIRA’ IL MONDO? - Aldana ci lascia tutti però sul più bello, e con il fiato sospeso: "Non ho alcuna idea di quando il mondo finirà, ho preferito concentrarmi a spiegare perché il calcolo GMT è sbagliato". La data secondo cui i maya ipotizzano la fine del mondo dovrebbe essere posposta di circa 100 anni. Messo alle strette però, un calcolo preciso Aldana lo avrebbe fatto: il mondo finirà il 21 febbraio 2013. A questo punto, i catastrofisti di tutto il mondo è meglio si cerchino un altro antico calendario su cui calcolare quando finirà questo povero vecchio mondo.

Provate a risolvere questo problema...

domenica 24 ottobre 2010
Ti trovi al volante della tua auto e circoli ad una velocità
costante.

Alla tua destra c'è un precipizio.

Alla tua sinistra un camion dei pompieri che viaggia
esattamente alla tua stessa velocità.

Davanti a te corre un maiale visibilmente più grande della
tua macchina.

Davanti al maiale corre un uccello grande quanto il maiale
che, ovviamente, corre alla stessa velocità del maiale.

Dietro di te, invece, segue un elicottero che vola raso terra.
Gli ultimi due, sono due cavalli che trainano un calesse.

Tutti i veicoli/animali citati corrono alla stessa velocità
e nessuno può cambiarla, per ognuno la velocità deve restare
costante fino all'attimo precedente l'arresto.

Domanda:

COME FAI PER FERMARTI SENZA ESSERE INVESTITO, SENZA
INVESTIRE E SANZA CASCARE NEL PRECIPIZIO?


LA RISPOSTA SI TROVA SOTTO, NON GUARDARE PRIMA
DI AVERE PROSPOSTO UNA SOLUZIONE ILLUMINANTE.
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RISPOSTA: ASPETTI CHE SI FERMA LA GIOSTRA.

"Immagination is more important than knowledge"

A. Einstein (1936)

Ignoti le svaligiano casa su Facebook

sabato 23 ottobre 2010
È successo nell'ambito dell'applicazione Pet society legata al noto social network. Aperta indagine contro i soliti ignoti


Sabato 23-10-2010 - Una casetta piccina piccina in… Facebook. Quella della signora Paola Letizia, 44 anni di Palermo, che se l'era costruita e arredata con cura, scegliendo mobili di marca, accessori trendy e arredamenti all'ultimo grido. Era il suo rifugio virtuale, molto più reale però di quanto si potrebbe pensare. Dato che qualche "simpaticone" ha deciso di farle una tirata letteralmente svaligiando l'abitazione virtuale. Tanto che la signora Paola Letizia ha sporto denuncia alla Procura di Palermo, che ha aperto un'indagine contro l'ignoto ladro del Web 2.0.

L'impiegata del Pra (Pubblico registro automobilistico) di Palermo aveva dedicato parecchio tempo ad arredare la sua magione in Pet society, una delle applicazioni più famose legate a Facebook. Il social network si era trasformato in una sorta di città nella quale si era aperta un appartamento al quale si era dedicata con appassionati shopping di mobilio e suppellettili di marca. Sono bastati pochi minuti di un burlone che si è addentrata nell'abitazione virtuale e l'ha svuotata, portandosi via anche l'acquario, le tende, i tappeti e qualsiasi altro oggetto fosse presente.

La denuncia è partita dopo la inevitabile disperazione iniziale: la Polizia postale si è trovata così a indagare seguendo le tracce digitali lasciati dal pirata. E la vicenda ha già un risvolto legale forse sottovalutato dal sedicente hacker: lo svuotamento delle sette stanze, con tanto di gatto (dal nome Blue Cat e che è rimasto da solo in casa), è reato. Anche se si parla di muri fatti di bit e non di cemento.

Il gip Fernando Sestito ha disposto le indagini per "introduzione abusiva e aggravata", secondo l'art. 615 del codice penale che prevede la detenzione da uno a cinque anni. Insomma, siamo di fronte a un vero e proprio furto e la vittima Paola Letizia chiede l'inevitabile risarcimento. E l'incauto bandito potrebbe ritrovarsi con una pena forse più grave di quel che avrebbe potuto pensare...

Verso l'infinito e oltre! Basta un Iphone!!!

martedì 19 ottobre 2010
In fondo, si tratta della variante di un passatempo antico: anziché far volare un aquilone Luke Geissbuhler e suo figlio Max, di sette anni, hanno deciso di far volare fin nello spazio un iPhone e una videocamera HD.


Allo scopo hanno utilizzato un pallone sonda, sapendo che dopo un certo tempo avrebbe ceduto e permesso, così, di recuperare l'attrezzatura.
L'idea di fondo prevedeva infatti di utilizzare la videocamera per effettuare delle riprese della stratosfera e il modulo GPS dell'iPhone per avere le coordinate necessarie al recupero: durante il "rientro" un paracadute avrebbe provveduto a evitare lo schianto della sonda amatoriale.
In questo modo i Geissbuhler sono riusciti a realizzare un filmato di circa 100 minuti, arrivando a un'altitudine massima di 35.700 metri.

I resti della missione sono stati recuperati a 30 miglia (poco meno di 50 Km) dal punto di partenza; l'individuazione è stata possibile non solo grazie al GPS ma anche tramite il LED dell'iPhone che, nella notte, ha guidato Luke Geissbuhler e suo figlio.

Il video qua sotto mostra il risultato del primo volo spaziale dell'iPhone.

Land Grabbing: il nuovo strisciante colonialismo del “secondo mondo”

lunedì 18 ottobre 2010

Il termine “Land Grabbing” tecnicamente significa “appropriazione di terreni” ed è la nuova forma di colonialismo che si basa sull’affitto e, qualche volta, sull’acquisto di grandi appezzamenti di terreni in Africa e, in forma minore, in Sud America, una formula tanto in voga nei paesi emergenti. Niente a che fare quindi con il “vecchio” colonialismo quando il “primo mondo” (l’occidente) si mangiava tutto. E’ il “secondo mondo” che si sta mangiando il “terzo mondo”.
A dare il via al Land Grabbing è stata l’Araba Saudita. Il re Abdullah, sovrano assoluto d’Arabia, a un certo punto si è accorto che il petrolio portava miliardi di dollari ma che in tutto il suo immenso regno galleggiante su un mare di greggio non c’era un solo angolo di terra che producesse qualcosa da mangiare per sfamare i suoi sudditi. Fu allora che decise di usare i petrodollari per acquistare migliaia di ettari di terreno in Etiopia dove coltivare riso e cereali a buon prezzo per le esigenze del suo regno. Visto che la cosa funzionava ha cercato di comprare altri terreni da altre parti. Non riuscendoci ha ripiegato sulla locazione prendendo in affitto immensi appezzamenti di terreno in Zambia e in Tanzania.
La cosa non poteva certo sfuggire ai cinesi, sempre in cerca di risorse alimentari (a causa degli elevati indici di crescita demografica) e minerarie (per sostenere la fame di energia della economia cinese). Pechino ha quindi dato il via a un vero e proprio rastrellamento di terreni su scala mondiale. 80.400 ettari di terra acquistati in Russia, 43.000 in Australia, 70.000 in Laos, 7.000 in Kazakhstan, 5.000 a Cuba, 1.050 in Messico. Ma il boom Pechino lo ha fatto in Africa. 2.800.000 ettari in Congo, 2.000.000 di ettari in Zambia, 10.000 in Camerun, 4.046 in Uganda e solo 300 ettari (ma siamo all’inizio) in Tanzania. Dove Pechino non può acquistare…. affitta. Migliaia di ettari in Algeria, in Mauritania, in Angola e in Botswana. Il bello è che i terreni non vengono solo coltivati ma forniscono anche immense risorse minerarie che chiaramente Pechino sfrutta a man bassa senza alcun ritorno per le popolazioni locali.
Se la Cina si è mossa subito dopo l’Arabia non da meno è stata un’altra potenza emergente: l’India. Usando lo stesso sistema cinese (avendo le stesse esigenze) Nuova Delhi ha iniziato a comprare terreni a destra e a manca. 50.000 ettari in Laos, 69.000 in Indonesia, 10.000 in Paraguay, 10.000 anche in Uruguay. Ma il grosso degli affari gli indiani gli hanno fatti in Argentina dove hanno acquistato 614.000 ettari di terreno, in Etiopia (370.000 ettari), in Madagascar (232.000 ettari) e in Malesia (289.000 ettari).
Dietro a questi colossi si muovono i più piccoli. La Corea del Sud (attraverso le multinazionali Daewoo e Hyundai) sta comprando terreni in tutta l’Africa. Qatar, Bahrain, Emirati Arabi Uniti e, naturalmente, Arabia Saudita usano i petrodollari per acquistare centinaia di migliaia di ettari di terreno fertile in Africa e in Sud America. La Libia ha barattato un contratto di fornitura di gas all’Ucraina in cambio di 247.000 ettari di terreno. Non mancano infine le solite multinazionali del “primo mondo”, in prevalenza industrie alimentari ma anche industrie minerarie.
A proposito di sfruttamento delle risorse minerarie, fino a pochi anni fa comandavano europei e americani. Oggi la cosa è radicalmente cambiata. E’ ancora una volta la Cina a farla da padrone. Pechino, attraverso l’acquisto o l’affitto delle concessioni controlla buona parte del mercato di rame (90 miliardi di dollari), di alluminio (69 miliardi di dollari), di zinco (20 miliardi di dollari) e di nickel (22 miliardi di dollari). Che dire poi del petrolio? Sudan, Ciad, Congo, RDC Congo, Repubblica Centrafricana e Angola sono praticamente monopolizzati dalla CNPC (China National Petroleum Corporation) e dalle sue sorelle.
E l’espansione continua. Pechino e Nuova Delhi stanno trattando l’acquisto o l’affitto di milioni di ettari di terreno e di migliaia di concessioni per l’estrazione di materie prime in tutto il mondo. Dietro a loro ci sono i paesi arabi e, infine, le economie emergenti orientali tra le quali spicca, unica “vecchia” conoscenza il Giappone che negli ultimi mesi si sta attrezzando.
Il problema principale del “Land Grabbing” non è tanto il fatto che milioni di ettari di terra vengano sfruttati per l’agricoltura o per l’estrazione delle risorse, quanto piuttosto che questo sistema non incide minimamente nello sviluppo dei paesi dove viene praticato. Nemmeno sotto l’aspetto occupazionale ha una incidenza rilevante in quanto sia cinesi che indiani tendono a usare loro connazionali per il lavoro sulla terra. La Cina addirittura usa decine di migliaia di carcerati per lavorare la terra. I prodotti coltivati o estratti non vanno ad arricchire il mercato locale o ad alzare il prodotto interno lordo di quei paesi perché vengono immediatamente “assimilati” dai mercati interni cinese e indiano. Non esiste cioè un mercato cosiddetto di “esportazione”. E’ come se fossero prodotti in Cina o in India piuttosto che in Africa o da qualsiasi altra parte dove viene praticato il Land Grabbing. Insomma, è una vera e propria forma di sfruttamento delle risorse locali, sia alimentari che minerarie.
Negli ultimi mesi l’Unione Africana sta cercando di combattere il fenomeno del Land Grabbing, purtroppo con scarsi risultati. Ha invitato tutti gli Stati aderenti all’Unione a non vendere o affittare terreni ad altri Stati incentivando per quanto possibile gli investimenti nel settore agricolo e minerario, ma troppo spesso i governanti corrotti si fanno “convincere” a cedere immensi latifondi in cambio di cifre che, seppur notevoli se prese singolarmente, sono irrisorie rispetto al reale valore delle terre, senza considerare poi la totale perdita di controllo su quei terreni ceduti.
Il Land Grapping è una forma di colonialismo strisciante perché lascia l’impressione a chi osserva da fuori che gli Stati abbiano la completa gestione del territorio e delle sue risorse reali o potenziali, quando invece non è così. La nostra associazione insieme ad altre realtà (sia locali che internazionali) sta iniziando in questi giorni una campagna di sensibilizzazione chiamata “my land is mine” per sensibilizzare i Governi e le popolazioni coinvolte nel Land Grabbing sui rischi che comporta la cessione di immensi latifondi a Governi esterni e, nel contempo, sulle potenzialità di sviluppo derivanti dallo sfruttamento locale di dette terre e risorse. My land is mine si va a collocare a tutti gli effetti nel progetto multidimensionale “Haven” del quale trovate le linee guida qui di seguito.