Dall'Italia la speranza di curare la sclerosi multipla

venerdì 17 giugno 2011


Scoperta al San Raffaele di Milano la molecola che permette di ricostruire la guaina mielinica.


Carla Taveggia mielina sclerosi multipla
Una concreta speranza perché un giorno si possa curare la sclerosi multipla - e le altremalattie demielinizzanti - arriva da una ricerca italiana svolta all'Istituto di Neurologia Sperimentale del San Raffaele di Milano.
Le malattie demielinizzanti sono così definite perché comportano la degenerazione della mielina, la guaina che riveste gli assoni e svolge un ruolo fondamentale nella trasmissione degli impulsi nervosi.
«I farmaci attualmente in uso per curare la sclerosi multipla e le altre malattie demielinizzanti» - spiega Carla Taveggia, che ha diretto la ricerca - «non sono in grado di bloccare la malattia ma nel migliore dei casi solo di rallentarla».

Lo studio ha invece permeso di identificare una molecola - TACE: Tumor necrosis factor Alpha-Converting Enzyme - che agisce sulla Neuregulina 1 di tipo III, un fattore di crescita della guaina mielinica che determina la quantità di mielina che viene formata attorno ai nervi, comportandosi come una sorta di«interruttore generale della mielinizzazione».
«La ricerca» - spiegano i ricercatori -«ha dimostrato il ruolo fondamentale di TACE per la mielinizzazione; il fatto che la sua attività può essere aumentata o diminuita usando dei farmaci che sono già in uso in sperimentazioni cliniche ci consentirà di modulare la quantità di mielina formata attorno ai nervi. Questi studi sono fondamentali per ripristinare la formazione della mielina attorno a nervi che l'hanno persa».
Ecco dunque che grazie a queste scoperte si apre la strada verso la possibilità di arrivare a riformare la mileina intorno ai nervi che a causa delle varie malattie ne sono rimasti privi, e di conseguenza si può sperare di riuscire a trovare una cura per la patologie come la sclerosi multipla, che oggi in Europa interessa circa 400.000 persone, per lo più donne.

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