'Casa An, nessuna truffa': Procura chiede archiviazione

mercoledì 27 ottobre 2010
Né truffa, né frode, né inganno di sorta. La vendita dell'appartamento monegasco di Boulevard Princesse Charlotte alla società offshore Printemps, il caso politico-giudiziario dell'estate che ha messo Fini sulla graticola, per i magistrati della procura di Roma si è svolta in modo del tutto regolare e può essere definitivamente archiviata. Gianfranco Fini può tirare un sospiro di sollievo. Nella vicenda di casa An, la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione per "l'insussistenza di azioni fraudolente" nella vendita dei sessanta metri quadrati nel principato di Monaco lasciati in eredità ad An. Passata ai raggi x la procedura di alienazione dell'appartamento, i magistrati non hanno trovato "nessun artifizio o raggiro".

E nemmeno il prezzo di vendita, 300mila euro (per i nemici di Fini, che sospettano un "imbroglio" si tratta di un prezzo ridicolo) ha smosso i magistrati, secondo i quali "'la doglianza sulla vendita a prezzo inferiore non compete al giudice penale ed e' eventualmente azionabile nella competente sede civile". Cala così il sipario sull'affaire della vendita dell'appartamento monegasco , scoperto dal Giornale e utilizzato per mettere in dubbio l'integrità morale del presidente della Camera.

Grande disfatta per la stampa berlusconiana, che in queste ore si sta comportando come quella stampa "SINISTRATA", tanto criticata nei mesi e giorni scorsi: "Gli italiani hanno diritto di sapere", dice il direttore editoriale de Il Giornale Vittorio Feltri. Duro il suo collega Maurizio Belpietro, direttore di Libero, che parla di una "cupola che impedisce agli italiani di essere informati".
Ribrezzo se poi si pensi alle parole di Minzolini: "Le inchieste del Giornale e Libero sulla vicenda di casa An sono molto più pure rispetto a quelle di altri giornali perché stimolano l'attività della magistratura. Quelle di Repubblica invece fungono solo da cinghia di trasmissione con le procure".

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