Come i colleghi europei, anche la formazioni italiana che lotta per la libertà della Rete parteciperà alla prossima consultazione.
Le cose però cambieranno con il prossimo appuntamento elettorale: a Trento, in occasione dell'Internet Governance Forum, il Partito Pirata ha già deciso che si candiderà, sebbene ancora la data della consultazione non sia fissata ma resti apparentemente lontana.
Il tempo che ci separa dalle elezioni diventa così un'occasione per arrivare preparati a quel momento, e realizzare un programma che sarà ovviamente basato su alcuni punti fondamentali già presenti da tempo sul sito, tra cui la libertà della Rete, lotta alla censura, revisione delle leggi su brevetti e copyright, diritto di accesso alla tecnologia e alla cultura
Anche in Italia potremmo avere dunque un Partito Pirata negli organi politici, come già accaduto in qualche Paese europeo: quello tedesco, per esempio, a settembre ha ottenuto consensi alle elezioni regionali di Berlino, e nel 2009 quello svedese è arrivato al Parlamento nazionale.
A leggere il comunicato sul sito ufficiale che annuncia l'intenzione di candidarsi, la competizione non sarà facile poiché già ora nascono cloni non autorizzati della lista che sarà formata.
«Sono nate le liste clone» si legge. «Una, in particolare, usa il nostro nome e i nostri simboli ma certo non i nostri contenuti. È nata su iniziativa di persone e ambienti legati alle major, che di tutto si occupano meno che di difendere il diritto delle persone alla condivisione della musica, dei saperi, della cultura. Si chiamano pirati ma sono gli avversari dei pirati»
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