Italia, la sorpresa per la crescita nel 2013 per Goldman Sachs

giovedì 29 novembre 2012
“L’Italia sarà la sorpresa positiva del 2013, specie considerando il basso livello da cui parte e le opinioni negative che la circondano”. A dirlo è l’economista e presidente della Goldman Sachs, Jim O’Neill, noto per aver coniato nel 2001 l’acronimo Bric, per intendere i Paesi emergenti Brasile, Russia, India e Cina.



Finalmente una notizia che lascia ben sperare i mercati e la depressa economia italica. In un report pubblicato dalla banca americana, che include i principali trend macroeconomici e di investimento fino al 2014, O’Neill concede più di una possibilità all’Italia che “nasconde il proprio potenziale nel sentimento negativo che l’ha circondata dall’inizio della crisi del debito sovrano, anche a causa della vicinanza non solo geografica con la Grecia e la Spagna”. Le argomentazioni puntano sulla crescita ,“nonostante la recessione nel Paese, gli indicatori che utilizziamo suggeriscono che l’economia abbia toccato il fondo del ciclo e che sia pronta a ripartire”, ha spiegato l’economista.
Insomma, mentre la fiducia dei consumatori è ai minimi storici e il barometro della crescita rimane sul segno meno, pare che uno spiraglio di luce si possa cominciare a vedere dall’anno prossimo, almeno secondo le previsioni di Goldman Sachs, un nome di gran peso a Wall Street, di cui anche il premier Mario Monti è stato consulente. E a proposito di Brics, l’Italia è pronta ad accostarsi a queste economie emergenti: “Crediamo che il mercato azionario cinese possa finalmente correre e che le azioni di Russia, Brasile e Italia possano andare anch’esse bene”, si legge nello studio della banca. Di certo un buon segnale per gli azionisti e per il nostro Paese, anche perché i mercati troppo spesso vivono di umori, lasciandosi influenzare da tanti fattori: le previsioni della Goldman Sachs possono essere una manna proprio in tal senso.
La scommessa italiana di Goldman Sachs è tanto più significativa se si considera che lo scorso agosto, la stessa banca aveva annunciato un taglio drastico alla sua esposizione verso il debito sovrano italiano: dai 2,5 miliardi di dollari Bot e Btp che aveva in portafoglio alla fine del secondo trimestre, era passata a soli 191 milioni di dollari al termine del terzo trimestre. Cento giorni fa la stessa banca scaricava sul mercato l’Italia e adesso avvisa che da queste parti potrebbe esserci qualche nota lieta.
Certo, niente facili entusiasmi. La banca non si sbilancia in previsioni precise sulla crescita, limitandosi a pronosticare uno 0,2% per il Pil della zona euro nel 2013 e un 1,5% l’anno successivo. Ma nel suo studio Goldman Sachs dimostra come l’Italia, l’unica tra i Paesi della periferia dell’euro, non sia riuscita in questo decennio a ridurre il costo del lavoro relativo per unità di prodotto. Per fare in modo, però, che ci sia una lieve crescita, si avverte, “servono le riforme strutturali e in particolare quelle sul mercato del lavoro”.
Un’altra sfida è rappresentata dal tessuto industriale italiano, formato dalla maggior parte (94,6%) da piccole e medie imprese che devono affrontare il problema della stretta sul credito. Tra agosto e settembre le banche italiane hanno ridotto la loro esposizione ai prestiti nei confronti di organizzazioni non finanziarie per circa 14 miliardi. Il maggiore ottimismo, comunque, si estende a tutta Eurolandia, spiega O’Neill, dove il rischio di uno scenario estremo si è ridotto. Merito, soprattutto, delle iniziative portate avanti dalla Banca Centrale guidata da Mario Monti, oltre che dal successo dell’implementazione di riforme nei paesi a rischio, Italia compresa.
Per concludere, Goldman Sachs ha rivisto al rialzo le prospettive di crescita globali, prevedendo una ripresa nella crescita reale, anche se con un tasso molto basso. Le previsioni di O’Neill parlano di una crescita globale del 3,6%, di poco superiore al tasso di consenso pari a 3,5%. Cauto ottimismo anche per la Cina dove serve ancora tempo per un vero “rimbalzo” dell’economia. Positivo l’outlook per gli USA e, di conseguenza, per il dollaro e per gli altri Paesi Bric, tranne la Cina. E sul fronte mercati emergenti, Goldman Sachs è pronta a scommettere sul Messico e Turchia.

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